
Prenderci è una bella soddisfazione, inutile negarlo. Ma la soddisfazione maggiore – per noi che scriviamo di calcio ogni giorno, senza “titolo” e senza urlare, cercando solo di capire come funzionano le cose in campo – è quando le partite (e non solo i risultati) vanno esattamente come ce le eravamo immaginate.
Le scommesse sono una parte del nostro lavoro, non la più importante: ci sono pronosticatori – su altri siti, sui social network – che magari ci pigliano più spesso di noi (mmm, mica tanto) e che fanno soltanto quello: pronosticare gli esiti degli eventi sportivi. A noi no, non basta “spararle”, e quelle rarissime volte che – con rammarico – ci capita di spararle senza dirne niente è perché siamo in mostruoso ritardo, volevamo tanto occuparcene ma non ce l’abbiamo fatta.
Le scommesse si vincono e si perdono, e chi dice di saperla lunga, di essere infallibile, di sapere come prenderci sempre, sta mentendo. A volte le squadre scendono in campo con un altro modulo tattico o con altri giocatori rispetto a quello che ci aspettavamo; a volte c’è un gol fortuito nei primissimi minuti; a volte l’arbitro convalida un gol che non era gol o espelle un giocatore senza motivo. A volte insomma ne vien fuori tutta un’altra partita. Che è anche il bello dello sport: che non va sempre tutto come dici tu.
Il punto è un altro, e chi ci conosce da tempo lo sa. Il punto è: fare bene le cose.
A noi basta quello, anche quando non ci pigliamo.
E grazie a tutti.
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