Si gioca già alla decima giornata di campionato, oggi pomeriggio alle sei, ed è una partita importantissima non tanto per motivi di classifica (il Real è tre punti dietro) ma proprio per motivi tecnici: dirà se il Barcellona – con o senza il lavoro di Gerardo Martino – è ancora la squadra più forte della Liga, oppure se il Real Madrid – finalmente al completo – riuscirà a mostrare l’equilibrio e il gioco che finora non si sono visti.
Come sta il Real Madrid
A Madrid circola una certa insoddisfazione per come stanno andando le cose con la nuova gestione Ancelotti. Mercoledì, nonostante la vittoria, la prestazione generale del Real contro la Juventus – soprattutto nel secondo tempo – è stata al di sotto delle aspettative, come accade ormai praticamente in ogni partita: la piazza, in particolare, comincia a chiedersi se l’investimento di 100 milioni per Gareth Bale non abbia spinto la dirigenza a credere di aver sistemato tutti i reparti e aver risolto i problemi dell’anno scorso, di cui di fatto è stato ritenuto in gran parte responsabile José Mourinho e una sua presunta cattiva gestione del gruppo (che è abbastanza curiosa come posizione, considerando che Mourinho era noto esattamente per il contrario).
Intanto è arrivato Ancelotti, che sta cercando con grande fatica di dare un’identità al gruppo; per adesso rimane la solita impressione che senza Cristiano Ronaldo (15 gol in 12 partite) il Real Madrid – terzo nella Liga – non avrebbe gran parte dei punti che si ritrova in classifica, sia in campionato sia in Champions. Anche perché c’è Benzema che non sta giocando bene per niente.
Come sta il Barcellona
Con la clamorosa sconfitta dell’Atletico in casa dell’Espanyol la settimana scorsa (1-0), il Barcellona è rimasta l’unica squadra a non aver perso ancora una partita in campionato. Tata Martino ha già di fatto cambiato il gioco: il Barcellona effettua meno passaggi (una media di 685.6 a partita, contro i 746.5 a partita dell’anno scorso) e si affida molto più spesso ai lanci lunghi, senza che tutto ciò abbia compromesso in maniera significativa il rendimento della squadra.
La forma recente però dice che il Barcellona viene da due pareggi, fenomeno piuttosto raro: 0-0 fuori casa contro l’Osasuna, la settimana scorsa, e 1-1 in Champions contro il Milan, la partita che forse fornisce l’analisi più preoccupante: al netto delle statistiche, è ormai chiaro che esiste un solo modo di neutralizzare il Barcellona, ed è lo stesso da tre o quattro anni, solo che sono sempre di più le squadre che l’hanno capito e che ci riescono. È che poi c’è sempre lui, Messi (12 gol in 9 partite), e le cose in qualche modo si aggiustano. In generale, il Barcellona parte favorito perché ha comunque convinto più del Real Madrid, che rimane il solito collettivo di campioni che fatica a trovare un gioco corale (anzi un gioco qualsiasi che non sia palla-a-Ronaldo).
Ma quindi Gareth Bale?
Ancelotti ha difeso Bale dalle critiche ricevute dopo la partita contro la Juventus: oltre che non essere al meglio della condizione (rientrava da un infortunio), Bale è il tipo di giocatore che soffre quando i ritmi sono molto bassi e la squadra non forza la manovra, ha detto Ancelotti. Sarà. Fatto sta che, per un motivo o per un altro, Bale finora ha giocato un totale di 170 minuti in due mesi al Real Madrid, e che in quei 170 minuti evidentemente non ha fatto abbastanza per mettere a tacere chi ancora nutre dubbi sull’opportunità di questo acquisto astronomico. Nella partita contro la Juventus, la stampa e il Bernabeu hanno lodato il contributo di Di Maria, piuttosto, uno che in estate – con l’arrivo di Isco e Bale – sembrava destinato a diventare l’ultima alternativa a centrocampo.
Il buon vecchio Di María
Nella partita di sabato scorso contro il Malaga (vinta 2-0), Di Maria ha giocato molto bene oltre che segnato il primo gol. Tra tutti quelli che lì in mezzo avrebbero dovuto non far rimpiangere la partenza di Mesut Özil, Di Maria è forse quello che al momento ispira più fiducia, sia per le sue da tempo indiscusse doti tecniche, sia per la maggiore familiarità con gli schemi del Real Madrid, che in alcuni momenti delle partite la squadra tende a riproporre tali e quali a quelli dell’anno scorso.
Di Maria (un gol e due assist, finora) è un giocatore fondamentale tra centrocampo e attacco: nel Real Madrid nessuno ha una media di passaggi decisivi (passaggi che portano un compagno al tiro in porta) più alta della sua, cioè 2.7 a partita. Quella di Isco si ferma a 2.2 a partita, ma forse la considerazione più importante è che Di Maria – uno che fa girare la squadra, e che sa anche saltare l’uomo e arrivare facilmente al cross – ha raggiunto quella media effettuando molti meno passaggi rispetto a Isco: 39.2 la media passaggi a partita di Di Maria, 51.8 quella di Isco. Per questo motivo – sebbene segni poco – ha senso considerarlo, al momento, più “decisivo” a centrocampo rispetto a Isco e Modric, giocatori peraltro meno versatili di Di Maria, che gioca ugualmente bene in ogni zona del centrocampo, sebbene la sua posizione naturale sarebbe a sinistra (dove gioca principalmente Cristiano Ronaldo).
E quell’altro lì, Neymar?
Neymar è un po’ il Bale del Barcellona, nel senso che era il grande acquisto dell’anno e ci si aspettava che a questo punto fosse già diventato un punto di riferimento per la squadra, e invece è andato così e così: soltanto 3 gol in 13 partite, che è anche peggio di Bale, che ne ha fatto uno ma giocato molto meno.
Come scenderanno in campo
Nel Real Madrid mancherà ancora Xabi Alonso, che è l’unico assente. Ci sono parecchi dubbi sul tipo di formazione che scenderà in campo, dubbi dovuti principalmente al fatto che Bale dovrebbe finalmente essere in campo dal primo minuto, e il Real quest’anno non ha ancora giocato molto con lui titolare dall’inizio. Ad Ancelotti è piaciuta la sua prestazione contro la Juventus, come detto, e quasi certamente riproporrà in ogni caso quella che al momento appare la soluzione migliore per il Real, e cioè il 4-3-3, con Bale a destra e Ronaldo a sinistra a supporto di Benzema.
Ma l’altra clamorosa soluzione tattica – peraltro la più accreditata, secondo Marca – potrebbe essere un 4-2-3-1 con Ronaldo unica punta, supportato da Bale, Modric e Di Maria alle sue spalle, e Illaramendi-Khedira a coprire davanti alla difesa. Un’altra soluzione ancora – meno probabile ma possibile – potrebbe essere Benzema davanti, Cristiano Ronaldo seconda punta con Bale e Di Maria larghi sulle fasce e Modric-Khedira a centrocampo. In difesa al fianco di Ramos qualcuno dice che potrebbe rientrare Pepe, perché Varane non è ancora al meglio (bah, per noi è meglio un Varane a metà che un Pepe intero, poi chissà).
Nel Barcellona mancherà soltanto Jordi Alba, infortunato, e al suo posto a sinistra giocherà ancora Adriano, con Alves dall’altra parte; l’unico dubbio lì dietro è tra Mascherano e Puyol al centro della difesa, dove Martino conta di recuperare Piqué, che si era fermato in allenamento. A centrocampo Busquets, Xavi e Iniesta dietro Fàbregas, dice Marca, e Neymar e Messi davanti.
I precendenti recenti
Il Barcellona non batte il Real Madrid dal 23 agosto 2012 (3-2 in Supercoppa di Spagna, al Camp Nou), ma l’ultima vittoria in campionato risale addirittura a dicembre del 2011, quando il Barcellona vinse 3 a 1 al Bernabeu: di fatto il Barcellona ha strappato via soltanto un punto nelle ultime tre partite di Liga giocate contro il Real. In totale, nella storia del Clásico, il Real ha vinto 90 volte e il Barcellona 86, su un totale di 224 partite.
Probabili formazioni:
BARCELLONA: Valdes, Alves, Piqué, Mascherano, Adriano, Xavi, Busquets, Iniesta, Messi, Fabregas, Neymar.
REAL MADRID: Lopez, Arbeloa, Pepe, Ramos, Marcelo, Khedira, Illarramendi, Di Maria, Modric, Bale, Ronaldo.
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