Qualche settimana fa avevamo citato la recente intervista di Piqué, il quale – durante la sosta per le partite della nazionali – aveva parlato della nuova (si fa per dire) filosofia di gioco che Martino sta cercando di trasmettere al Barcellona. Parafrasando: “non abbiate paura di spazzare volgarmente, quando c’è bisogno di rifiatare o di allentare il pressing avversario”. E nel Barcellona qualcosa sta effettivamente cambiando, non tanto (o non solo) in fase di impostazione della manovra, quanto nel disimpegno e nella gestione della palla, con due conseguenze immediate, impensabili per il Barcellona a cui eravamo abituati: 1) prendono meno gol che in passato – nonostante la difesa sia sempre quella – e 2) nella partita contro il Rayo Vallecano, stravinta 4 a 0, il maggiore possesso palla – per la prima volta in cinque anni – non è stato del Barcellona (52% a favore del Rayo). Anche i gol sono un po’ diversi da quelli che ci si immaginerebbe: spesso arrivano da ripartenze rapidissime, più che da grandi manovre corali, e molti arrivano da palle recuperate a centrocampo.
Tutto questo per dire che nel complesso ne sta venendo fuori una squadra un po’ più solida, più concreta e magari un po’ meno divertente, anche se in tanti – pure qui al veggente – hanno sempre trovato molto noioso il tiki-taka, peraltro da prima che cominciasse a diventare pure inefficace contro certe super-squadre che sanno ormai come neutralizzarlo (sono sempre di più).
La Real Sociedad, dopo l’unico successo di campionato (alla prima giornata, 2-0 contro il Getafe), si è impantanata in una serie di pareggi deludenti contro squadre che fino all’anno scorso erano ampiamente alla portata: viene addirittura da due 0 a 0 consecutivi contro Levante e Malaga. Ci spiace molto, perché è una squadra potenzialmente forte ma che di certo non ha nella continuità il suo punto di forza. Griezmann (per cui stravediamo) e Vela vanno a intermittenza, e tutta la squadra in genere sembra risentire dell’impegno concomitante in Champions League: capita, quando non hai una rosa infinita come le grandi squadre. Ma per la trasferta al Camp Nou Jagoba Arrasate ha detto di volersela giocare apertamente, e quindi torneranno in campo dal primo minuto Griezmann e Seferovic, che col Malaga erano partiti dalla panchina.
Il Barcellona invece una rosa infinita ce l’ha eccome, e può permettersi di alternare un sacco di gente forte, magari non proprio tutti nello stesso ruolo e non tutti con le stesse caratteristiche, ma Martino trova sempre il modo di sistemarli in campo perfettamente. Stavolta sarà tenuto a riposo Fabregas e rientreranno Busquets e Dani Alves, che contro il Rayo Vallecano non aveva giocato. Considerando il livello delle prime cinque squadre affrontate dal Barcellona in questo avvio di campionato, probabilmente la Real Sociedad è la prima avversaria forte che incontra, se si esclude l’Atletico battuto in supercoppa. Sarà una buona occasione per convincere ancora di più gli osservatori della forza di questo “nuovo” vecchio Barcellona.
Probabili formazioni
BARCELLONA: Valdés, Adriano, Mascherano, Piqué, Alves, Iniesta, Busquets, Xavi, Neymar, Messi, Pedro.
REAL SOCIEDAD: Bravo, C. Martínez, I. Martínez, González, Bella, Zurutuza, Bergara, Vela, Prieto, Griezmann, Seferovic.
Dovrebbe essere la partita più brutta dell’anno: si affrontano i due peggiori attacchi (7 gol in due, in cinque giornate), peraltro contro difese non così malaccio. Il Levante continua odiosamente a far punti fuori casa anche quando non li merita (ce l’abbiamo ancora con loro per il furto a Vallecas, è vero), ma ha il problema che all’Estadio Ciutat de València tre punti in una volta ancora non li ha fatti. E, al momento, il Valladolid è esattamente il genere di squadra che speri di ospitare se il tuo problema è che in casa non sei ancora riuscito a vincerne neppure una. Poi, tra il dire e il fare, come noto… però obiettivamente il Valladolid ne ha già perse tre su cinque, e non segnano manco a pregarli in ginocchio. Al punto che Ignacio Martinez ha cominciato a fare improbabilissimi esperimenti tattici nel disperato tentativo di migliorare le cose lì davanti (anche perché dietro non è che siano proprio da buttar via). Contro l’Atletico Madrid, partita persa per 2-0, Ebert ha provato a fare un po’ il regista e un po’ il fantasista, con Javi Guerra unica punta lì davanti: un disastro, quindi contro il Levante se ne tornerà esterno destro, come nasce e come gioca meglio (ammesso che giochi: capace che Martinez lo tenga fuori del tutto).
Il Levante, dicevamo, viene da una trasferta ad Almeria, in cui stava sotto di due gol e poi – grazie a un tiraccio di Pape Diop da una volta nella vita, e soprattuto grazie un’espulsione e a un rigore generosissimi – ha portato a casa un punto, agguantando un immeritato pareggio. Davanti ha giocato finalmente il senegalese Baba Diawara – in prestito dal Siviglia, era al suo attesissimo esordio – che è scarso ma così scarso che se Caparros non lo schierasse mai più per il resto della sua vita avrebbe tutta la nostra sincera comprensione e profonda stima: a riadattare il secondo portiere ci perde meno, va’. Meglio che Ruben Garcia si riprenda in fretta, altrimenti il Levante non segnerà mai più: ha un fastidio al ginocchio, forse recupera forse no.
È quel genere di partita da “under”, in cui poi magari il Levante la spunta pure, come sempre: con un gol che arriva non si sa bene come, ma siamo tutti felici e va bene così.
Probabili formazioni
LEVANTE: Navas, Juanfran, Navarro, Vyntra, Chris, Diop, Pinto, Rios, Ivanschitz, Xumetra, Diawara (argh).
VALLADOLID: Marino, Rukavina, Pena, Rueda, Bergdich, Sastre, Rubio, Alcatraz, Gonzalez, Ramos, Manucho.
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