La Real Sociedad è una squadra di cui abbiamo spesso parlato bene in questo inizio di stagione, perché quando è in giornata buona è una squadra divertente, che gioca bene. Il problema è che queste giornate si sono presentate meno spesso di quanto si sperava e di quanto onestamente ci si attendeva. La sconfitta contro lo Shaktar Donetsk in Champions è arrivata dopo una serie di prestazioni non all’altezza, anche a causa degli infortuni che stanno interessando un po’ tutta la rosa della Real Sociedad: l’ultima brutta notizia in ordine di tempo è il grave infortunio al centrocampista titolare Esteban Granero (legamenti rotti, un casino: ne avrà per almeno sei mesi). E per questo impegno teoricamente non proibitivo contro il Malaga non ci sarà neanche il centrale di difesa Elustondo, e forse mancherà anche l’altro difensore Bergara, infortunato anche lui (e sono in dubbio pure Zurutuza e Martinez): insomma la difesa è assente.
Ecco perché l’impegno “teoricamente” non proibitivo contro il Malaga diventa praticamente molto difficile: ad Arrasate toccherà manderà in campo ragazzi della primavera, sul serio. Il Malaga invece sta benissimo: dopo un brutto avvio di campionato, motivato anche dalla difficoltà del calendario, ha approfittato della pausa dovuta agli impegni delle nazionali per rimettere a posto qualcosa. È arrivato un buon pareggio a Siviglia (2-2, ottima prestazione e vittoria sfumata per poco) e poi la prima vittoria della stagione, la settimana scorsa, in casa contro un inguardabile Rayo Vallecano (5-0). Segnalavamo giustamente la presenza in campo dell’olandese-marocchino El Hamdaoui, in prestito dalla Fiorentina, come un punto a favore del Malaga, non perché sia chissà che attaccante ma perché lì davanti al Malaga faceva molto comodo un terminale del genere (e infatti Hamdaoui ha poi fatto tripletta, due gol di tap-in): ci sarà anche oggi, assistito dagli ottimi Portillo ed Eliseu. Con queste premesse – e considerando che la Real Sociedad potrebbe perfino perderla, questa partita – l’unica puntata di cui si può ragionevolmente essere fiduciosi è il gol della squadra ospite.
GOL (1.67, #)
L’Almeria sta in una posizione di classifica (penultimo posto) che proprio non merita: non gioca affatto male e poi fa un sacco di gol. Ne piglia troppi, quello sì, ma quest’anno non c’è ancora stata una partita in cui ne abbia segnati meno di due, e l’ultima l’ha giocata contro l’Atletico Madrid, che due gol in casa (ripetiamo: due-gol-in-casa, l’Atletico) non li pigliava da… boh, capace che c’era ancora Monti al governo.
Dispiace quindi che l’Almeria non abbia ancora mai vinto una partita, ma ci sono ragionevoli motivazioni che spingono a credere che questa sia la volta buona. Il Levante non ha una cattivissima difesa (vabbè, il 7 a 0 contro il Barcellona all’esordio facciamo conto che non esista), ma costruisce veramente poco, e – contrariamente all’Almeria – in classifica ha più punti di quanti ne meriterebbe (quella vittoria a Vallecas contro il Rayo, un furto proprio). Mettici che ci sono pure alcune assenze più o meno importanti: dietro manca Pedro Lopez, infortunato, e poi sono assenti anche Angel Rodríguez e Rubén García, che lì davanti servivano eccome.
Al veggente, come noto, tifiamo Rayo Vallecano ma conserviamo quel minimo di lucidità e obiettività necessarie a riconoscere che il Rayo Vallecano riuscirebbe a vincere una partita contro il Barcellona soltanto a determinate circostanze, diciamo più rare di un’eclissi solare totale. Al Rayo butta malissimo: a parte l’ottimo 3-0 dell’esordio contro l’Elche, le partite contro squadre più forti o molto più forti le ha perse regolarmente 5-0 (Malaga e Atletico), e poi ha perso pure l’unica in cui se la giocava veramente e in cui di fatto ha giocato meglio (contro il Levante, persa in casa 2-1 al tempo di recupero). I guai sono lì davanti, dove si costruisce tanto ma si spreca troppo, e soprattutto lì dietro, dove si pigliano gol stupidissimi con una facilità disarmante. Sono pure fuori per infortunio giocatori che servivano come l’acqua nel deserto (l’ultimo arrivato Iago Falqué, per esempio, che starà fuori due mesi). Manca ancora Lass, che sconta la seconda giornata di squalifica: discontinuo e immaturo, ma lì a centrocampo dava un po’ di qualità, che diamine.
Del Barcellona tutti sanno tutto ed è inutile soffermarsi più di tanto: segna al Rayo Vallecano quando vuole, come vuole e con qualsiasi giocatore, pure Valdés, se si mettono in testa di farlo segnare. L’unica novità è che contro il Siviglia si è fatto male Jordi Alba, che starà fuori fino a ottobre (ma c’è pronto Adriano, tranquilli). E però un’altra cosa va detta: dopo un avvio di stagione sorprendente, in cui il Barcellona all’improvviso non prendeva più gol, nelle ultime uscite si sono riviste un po’ di dormite e di distrazioni, che peraltro evidenziano forse l’unico vero punto debole della squadra (a prescindere dal tiki-taka, che può piacere o non piacere ma di certo non è IL problema): serve un difensore centrale buono.
Qui c’è da considerare il ritorno in campo di Patrick Ebert, che è un’ottima notizia per il Valladolid balbettante e abulico di questo avvio di stagione. Ma nello stesso tempo ci sono i titolari Valdet (difensore) e Rama (centrocampista) in forte dubbio, ed è il genere di titolari importanti che, ecco, speri di non dover rimpiazzare proprio quando giochi contro l’Atletico Madrid. L’Atletico va come un treno: in Champions esordio tranquillo contro lo Zenit (3-1), in campionato punteggio pieno e miglior attacco della Liga, per ora (forse ha solo preso qualche gol in più di quanto ci si aspettasse dalla miglior difesa della scorsa stagione).
L’unico assente nell’Atletico è Adrian, che ha subito un intervento chirurgico alla faccia dopo l’infortunio contro lo Zenit, e starà fuori tre settimane. Ma al suo posto sarebbe probabilmente rientrato comunque Diego Costa, che in Champions non ha giocato perché squalificato.