Solo 71 punti segnati. Poche franchigie hanno fatto peggio nella storia dei playoff Nba. I New York Knicks, seconda forza ad Est nell’ultima regular season, sono stati ad un passo dal battere uno dei record più negativi di tutti i tempi. A Indianapolis, in gara 3, la squadra allenata da coach Woodson è apparsa irriconoscibile, chiudendo col 35.2% dal campo e 3-11 dall’arco. Con Smith e Martin febbricitanti e Stoudamire appena rientrato da un lungo infortunio, il salvatore della patria doveva essere Anthony. Ma Melo ha deluso ancora, andando letteralmente a sbattere contro la difesa impeccabile dei Pacers: 21 punti per l’ex Nuggets, ma con un pessimo 6-16 dal campo. Anche i lunghi hanno steccato: Chandler è stato quasi inesistente nel confronto con Hibbert, dominante sia in attacco (24) che nei rimbalzi (12). E’ vero che qualche segnale negativo New York lo aveva già dato in gara 1, al Madison, ma nessuno poteva immaginare un’involuzione del genere dal punto di vista offensivo. Soprattutto se parliamo di una squadra che in stagione ha costruito i suoi successi grazie a un letale tiro perimetrale. Indiana ora ha un’autostrada davanti a sé: le notizie dallo spogliatoio newyorkese raccontano di Martin, Smith e Shumpert in forte dubbio per gara 4 di stanotte. Le speranze dei Knicks sono appese a un filo.
Pronostico: Indiana vincente (margine vittoria Indiana Pacers 6-10 punti)
La serie annunciata come la più affascinante del secondo turno si sta confermando tale. Dopo quattro emozionanti partite questa notte si riparte da zero. O meglio, dal 2-2. Golden State, di riffa o di raffa, è riuscita ad accaparrarsi gara 4 e solo all’overtime, al termine di una partita dai due volti che ha visto gli Spurs quasi sempre al comando. Nella bolgia infernale dell’Oracle Arena San Antonio ha mollato sul più bello, quando ormai pareva tutto deciso e coach Popovich era già con la testa a quello che sarebbe potuto essere il match point di gara 5. Invece niente. A cambiare le carte in tavola ci ha pensato la tenacia dei Warriors, trainati dal tifo assordante del loro pubblico: con Stephen Curry limitato dal dolore alla caviglia (metterà a refrto “solo” 22 punti), ci ha pensato il redivivo Jarrett Jack a riprendere gli Spurs a 58’’ dalla fine, pareggiando i conti dopo che gli Speroni avevano messo un parziale di 10-0 grazie all’immarcescibile Tony Parker. Nel supplementare, poi, i texani sono evaporati: Barnes e Jack portano i padroni di casa sul +8 che poi diventerà +10 con un gioco da tre punti di Curry a pochi secondi dalla sirena. Una sconfitta che complica le cose per San Antonio, costretta a vincere stanotte e ad espugnare il fortino di Oakland giovedì se vuole evitare una pericolosa gara 7. Una cosa è certa: contro questi Warriors, i “vecchietti” Dunca, Parker e Ginobili non possono permettersi di tirare il fiato.