Per questo post sui pronostici del GP di Spagna perdiamo il nostro proverbiale aplomb e testiamo una nuova tecnica scemissima che – in teoria – dovrebbe essere meno noiosa per noi, per voi e per tutti: la buttiamo giù tipo FAQ. Del tipo: chi vince il GP di Spagna? Risposta e ciao.
Ma ’sta parte non veniva alla fine, di solito? No, cioè sì ma stavolta no perché altrimenti ci scordiamo di dire questa cosa: per chi volesse scommettere qualcosa sulla Formula 1 e magari ha un conto su Eurobet – o non ce l’ha e vuole un motivo per aprire uno – c’è una promozione un po’ contorta ma interessante, a partire da questo GP di Spagna (e anche per il GP di Monaco e per due GP del motomondiale, quello di Francia e quello d’Italia: tutta roba che si correrà nelle prossime quattro settimane).
Magari non è “semplicissimo” come dicono loro (lo dicono tutti), ma per come l’abbiamo capita noi è comunque una buona promozione, perché permette di giocare una tripla a metà prezzo (sul GP in questione) cioè ottenere sul conto l’accredito del 50% di quella puntata complessiva, anche se poi quella tripla non la pigli. Tutto qui, l’abbiamo spiegata. Ci sono anche delle condizioni noiose da spiegare, per cui vale la regola del bugiardino dei medicinali: leggere attentamente eccetera eccetera.
Gli addetti dicevano la Ferrari, perché sul passo gara è imprendibile (capiamoci: quando diciamo Ferrari intendiamo Alonso). Poi hanno visto che la Ferrari s’è presa mezzo secondo in qualifica, e ora lo continuano a dire ma piano. Il punto è che in gara puoi essere veloce quanto ti pare, ma ti sei scelto proprio una gran brutta domenica per partire quinto: in Spagna non si sorpassa facile per niente. Quindi se azzecca la partenza, Alonso vince la gara. Se invece non ne sorpassa almeno un paio entro i primi due giri, non la vince più. Quelli di Autosport gliel’hanno pure detto: «oh, vedi che statisticamente chi non parte dalla prima fila qui non vince?». E Alonso, voltandosi con l’occhio tipo pistolero dei film western che si allontana all’orizzonte, gli fa: «è ora di cambiare questa statistica» (tutto vero: noi non cacciamo balle).
Che domande. Tutti possono vincere. Tranne la Mercedes. Avranno anche “monopolizzato” la prima fila – espressione che i commentatori utilizzano da decenni con l’entusiasmo ammirevole di chi l’ha appena inventata – ma hanno un problema (non i commentatori, la Mercedes) a mantenere le gomme in uno stato decente nel corso della gara. Finisce che fanno sei giri davanti, intanto disintegrano le gomme e quindi devono rientrare urgentemente ai box; e poi si fanno il resto della gara lì in mezzo con Force India e Sauber (una vitaccia). L’ultima volta che partivano davanti a tutti, Hamilton ha strappato un podio e Rosberg si è ritirato. Poi magari oggi vincono e noi facciamo una figura di shit; ma è inutile stare qui a dire «eh, si, forse, dipende». La Mercedes può vincere sì o no? No.
O lui o Raikkonen, in caso di partenza pulita, senza sorpassi al via. C’è poi una possibilità che potrebbe aumentare di molto le chance di Vettel: se riesce a superare le Mercedes nel primo giro, a gomme fredde, e se poi quelle resistono cinque o sei giri a tappare Raikkonen e Alonso. In ogni caso il passo gara migliore non è quello di Vettel, ma quello di Alonso e Raikkonen.
Sarebbe una proiezione attendibile delle prestazioni della macchina in configurazione da gara. Di solito al venerdì i piloti caricano la macchina di benzina e simulano uno stint molto lungo di gara per vedere come se la cavano con i tempi sul giro e con il consumo delle gomme. Se fanno buoni tempi ma consumano in fretta le gomme, è male. Se non fanno buoni tempi e consumano in fretta le gomme (Mercedes), è malissimo. Se fanno buoni tempi e non consumano in fretta le gomme (Ferrari, Lotus), è bene.
Diciamo che la gara qui dura 66 giri. E diciamo che i piloti che decideranno di fare tre pit stop si fermeranno intorno al ventesimo giro per effettuare il primo pit stop (anche prima, se partono con gomme morbide). Quei segmenti di gara tra una sosta e l’altra si chiamano “stint” e di solito, appunto, vengono simulati dai piloti durante il venerdì, quando effettuano dei long run.
Il fatto è che negli anni abbiamo importato pigramente un sacco di espressioni che circolano nel “paddock” (pure questa) proprio così, in inglese. È un male? No, è meglio così perché di solito facciamo danni ancora peggiori, quando ci mettiamo lì a tradurre (tipo “passo gara”, che sembra il nome di un indiano o il nome di una valle del Signore degli anelli). Comunque un long run sarebbe una frazione di tempo in cui la macchina rimane in pista cercando di percorrere una distanza molto lunga – da 8 a 20 giri, diciamo – il più velocemente possibile. Che non vuol dire andare a tavoletta, altrimenti ti giochi le gomme dopo quattro giri e sei spacciato. Ma come? Uno pensava che in F1 si dovesse correre. Eh, no: bisogna pure studiarsela per bene, la gara. E comunque sono cambiate un sacco di cose.
Tutti siamo cambiati, i tempi sono cambiati. Le gomme pure erano cambiate, all’inizio della stagione (e ne parlavamo qui). Poi le gomme hanno deciso che erano diventate troppo tenere, e a partire da questo gran premio saranno più dure e resisteranno di più. Come le gomme dell’anno scorso, per esempio: quelle sì che erano gomme dure. (Sul tema gomme c’è un buon articolo qui, che ne sanno di più e sono più seri).
Fine. Attendiamo nuove domande o anche risposte a domande che non abbiamo fatto. E anche pareri schietti su questa nuova modalità scema di dire le cose. E promettiamo di pubblicarli tutti, alla cieca. (No, si scherza: pubblichiamo solo quelli positivi). Il che ci porta all’ultima FAQ:
Sì, da una vita. Ma la pagina in cui lo diciamo è la pagina meno letta di tutto il sito, perché vi scoccia.
Significa frequently asked questions, le domande più frequenti. Non lo diciamo a nessuno, sta’ tranquillo.
Questo contenuto è stato modificato 12 Maggio 2013 11:20
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