Contro tutto e tutti: i Celtics non muoiono davvero mai. Anche quando sono gli stessi tifosi a darli per bolliti. Coi giocatori dei Knicks beffardamente vestiti di nero per celebrare l’imminente “funerale” dei biancoverdi, Boston ha capito che era il momento di tirare fuori il “pride” ed è riuscita a espugnare il MSG regalandosi un’insperata gara 6 grazie a una straordinaria prova difensiva e a un Garnett con la bava alla bocca: KG (insieme a Terry e a Green) è stato l’assoluto protagonista del trionfo newyorkese con 16 punti e 16 rimbalzi. Stanotte si fa ritorno in Massachusets: inutile dire che il Boston Garden sarà una bolgia e che farà il possibile per spingere i suoi verso un’altra impresa. Per quanto riguarda New York, molto dipenderà da Anthony: nelle ultime due partite Melo ha coinvolto poco i compagni, ricadendo nella trappola dell’egoismo. La statistica parla chiaro: nessuno, nella storia dei playoff, ha mai rimontato un 3-0. E se c’è una squadra che può sfatare il tabù, sono proprio questi Celtics.
Se ci basiamo sui precedenti, allora meglio iniziare a vendere i biglietti per gara 7. Perché in questa serie sia Indiana che Atlanta hanno dato il meglio di sé in casa propria, per poi crollare senza appello in trasferta. I Pacers, dopo le prime due gare vinte a Indianapolis, in Georgia hanno preferito inviare le controfigure, rimediando due sonore sconfitte. Stesso discorso per gli Hawks, umiliati 106-83 in gara 5, quando ancora non avevano neanche terminato di elaborare il doppio successo casalingo. Alla Philips Arena, stanotte, va in scena il match numero sei. Atlanta è col le spalle al muro e metterà in atto la strategia vincente di gara 3 e gara 4: i lunghi Smith e Horford dovranno giocare un ruolo fondamentale sia in difesa che in attacco, creando gli spazi per le guardie Teague e Korver. Il problema di Indiana, invece, è sempre quello: l’approccio alla partita. Se lasceranno partire gli Hawks in quarta significa che i ragazzi di Vogel sono già con la testa alla “bellissima”.
L’infortunio di Russell Westbrook ha reso tutto più facile per i Rockets: Durant si è ritrovato d’un tratto troppo solo e Houston ne ha tratto vantaggio, accaparrandosi non soltanto gara 4, ma anche gara 5 in quel di Oklahoma City. Roba impensabile prima dell’inizio della serie. Questa notte la truppa di McHale ha l’occasione di pareggiare addirittura i conti davanti al proprio pubblico. I Thunder, dopo aver detto addio al loro play per il resto della stagione, sembrano aver smarrito ogni certezza: nonostante le prestazioni pazzesche del numero 35 (36 punti, 7 rimbalzi e 7 assist due notti fa), i Rockets – Harden (26,4 punti a gara, solo Durant e Anthony segnano più di lui in questi playoff) e Parsons tra tutti – negli ultimi due confronti hanno spadroneggiando in ogni zona del campo. Come già detto sopra per i Celtics, non si può dire che la storia sia dalla loro parte. Ma gara 7, considerata la grinta dei biancorossi, è destinata a non rimanere un sogno.
Dopo quella tra Celtics e Knicks, è la serie più pazza del primo turno dei playoff. Le prime due partite avevano già incoronato i Clippers, forti pure del fattore campo, e condannato i Grizzlies, arrivati a Los Angeles in vacanza: Paul e Griffin che sfornano alley oop a ripetizione sotto gli occhi degli inermi Randolph e Gasol. La musica però cambia completamente quando ci si trasferisce in Tennessee: i Grizzlies, oltre al loro pubblico, ritrovano la difesa, quella che non ha fatto oltrepassare i novanta punti agli avversari in regular season. Arrivano due successi in fila e poi il terzo proprio nello Staples Center, il luogo delle iniziali disfatte: i risultati parlano chiaro, Clippers annichiliti e mai oltre quota cento. La qualificazione per la squadra di Del Negro è appesa a un filo: a Chris Paul e compagni toccano gli straordinari, stanotte, per andare a vincere nella tana del nemico.