Ai Bulls è bastata un’altra mostruosa partita in difesa per ribaltare la serie e portarsi avanti sul 2-1 con Brooklyn. In gara 3 i Nets hanno sbagliato tutto ciò che c’era da sbagliare (dai semplici layup ai passaggi e ai tiri dall’arco), cadendo così nella trappola di Chicago, che, Lopez a parte (22 punti più 9 rimbalzi per il centro), è riuscita a limitare Deron Williams e Joe Johnson per la seconda volta consecutiva. Adesso l’inerzia si è dunque spostata sui Bulls, forti di un Boozer che in questi playoff sta facendo collezione di doppie doppie (22p+13r due notti fa). Quello di stanotte, per Chicago, non è un match point, ma poco ci manca: gli uomini di Thibodeau hanno l’occasione di portarsi sul 3-1, che significherebbe semifinali di Conference quasi certe. Non se la faranno scappare.
C’è voluta gara 3 per ritornare a vedere i veri Grizzlies, quelli ammirati nel corso della regular season: Marc Gasol ha giustificato il titolo di difensore dell’anno, Randolph è tornato ai suoi livelli (Z-bo ne ha messi 27 più 11 rimbalzi) e Tony Allen è riuscito in quella cosa che fino a due notti prima aveva toppato, cioè relegare in un angolo Chris Paul. CP3, complice pure la difesa opprimente del numero 9 di Memphis, sul parquet del FedEx Forum ha disputato una delle peggiori gare di sempre: solo 8 punti e 4 assist per l’uomo-franchigia dei Clippers. Ora, è davvero improbabile che Los Angeles ripeta anche stanotte una prestazione del genere, ma i Grizzlies sanno bene che una sconfitta potrebbe quasi certamente chiudere i giochi e cercheranno di nuovo di sfruttare al meglio il fattore casalingo.
Come era già accaduto in gara 1, anche in gara 2 non c’è stata storia nel confronto tra Pacers e Hawks. Indiana ha bissato il successo tra le mura amiche con un giusto mix tra difesa e attacco, controllando e tenendo sempre a bada l’avversario. Che rispetto alla partita d’esordio, non ha comunque demeritato: l’intero quintetto titolare (tranne il solo Korver) ha chiuso in doppia cifra. Ma a tradire Atlanta è stata proprio la panchina che ha prodotto davvero molto poco. La serie adesso si sposta in Georgia. Ai Pacers servirà vincerne almeno una in trasferta alla Philips Arena per andare sul 3-1 e ritornare a Indianapolis con la qualificazione alle semifinali in tasca. Per il Veggente, però, non sarà stanotte: gli Hawks sono un’altra squadra che davanti al loro pubblico si trasforma.
Harden nel ruolo di ala piccola in gara 2 è stata un’autentica furbata che per poco non faceva la fortuna di coach McHale. Il Barba, svincolatosi dalla difesa di Sefolosha, ne ha messi 36 (più 11 assist) davanti al suo ex pubblico e solo uno stratosferico Durant (autore di 29 punti insieme a Westbrook) ha negato l’impresa ai Rockets, usciti ancora sconfitti dalla Chesapeake Arena per 105 a 102. Un risultato che al tempo stesso aumenta le possibilità di Houston di riuscire a strappare una vittoria ai Thunder al Toyota Center, in Texas, dove stanotte va in scena gara 3. La chiave è sempre lo stessa: Oklahoma non dovrà lasciare spazi ad Harden. Una volta fermato lui, i Thunder saranno a metà delll’opera.