Nessuna pietà. Non ne hanno avuta, Kevin Durant e i Thunder, nei confronti del loro ex compagno James Harden. In gara 1, i Rockets del Barba sono stati – come da pronostico – spazzati via dai dominatori della Western Conference che, non paghi della manifesta superiorità, hanno addirittura infierito sugli uomini in canotta biancorossa, umiliandoli per 120 a 91. Nel naufragio di Houston ne è uscito vivo proprio il numero 13, un predicatore nel deserto: coi suoi 20 punti è stato il solo a regalare un sorriso a coach McHale, viste le prestazioni assai deludenti di Lin e Parsons. Oklahoma ha fatto ciò che ha voluto, con tanto di schiacciate spettacolari (Durant), stoppate da leggenda (Ibaka) e contropiedi da velocista (Westbrook). Una dura lezione da tenere a mente per i Rockets, che stanotte dovranno mettere piede sul parquet con un piglio diverso, se vogliono uscire a testa alta dall’arena più infuocata dell’Nba.
Basta andare alla voce rimbalzi per capire il risultato di gara 1, terminata 107 a 90 per i padroni di casa: 32 per Atlanta, 48 per i Pacers. In soldoni, le due torri di Indiana, West e Hibbert, hanno avuto nettamente la meglio sui pari ruolo degli Hawks, Smith e Horford. Se poi aggiungiamo la tripla doppia del neo Most Improved Player – giocatore più migliorato – del 2013 Paul George, allora ecco che i conti tornano. Così i Pacers hanno confermato di avere più risorse di un’Atlanta mai realmente in partita, aggrappata ai canestri del suo play Jeff Teague (21 punti per l’ex Wake Forest). La serie è comunque aperta: chi li conosce sa che gli Hawks sono un gruppo tutt’altro che arrendevole, capace di sorprendere anche quando le cose si mettono male (un anno fa riuscirono a portare i Celtics a gara 7, ma con un Joe Johnson in più). Quella di stanotte sarà una lotta punto a punto, dalla quale i Pacers usciranno ancora vincitori, per poi andarsi a giocare la qualificazione in Georgia.
Dei Lakers a tratti commoventi ce l’hanno messa tutta per tentare di fare l’impresa contro i più quotati Spurs, in gara 1. Ma niente da fare: senza Bryant, il gap tra le due squadre si è allargato ulteriormente e, nonostante gli sforzi dei gialloviola, San Antonio ha più chances di farla franca. Chi afferma che col numero 24 a giganteggiare sul parquet le cose sarebbero potute finire diversamente, alimentando i rimpianti dei losangelini, non ha tutti i torti: gli Spurs sono gli Spurs, ma è sotto gli occhi di tutti che non possiedono lo smalto d’inizio stagione e con Kobe avrebbero faticato oltremisura per passare il turno. Gara 2 non è affatto scontata, specie se Howard, Gasol e Nash ripeteranno le ottime performances di due notti fa. Ma con questo Ginobili (18 punti in 19 minuti per l’argentino), però, le speranze di riportare la serie in parità si fanno sempre più flebili per Los Angeles.