È un rischio ma le Mercedes hanno problemi di affidabilità, e poi c'è sempre la vecchia storia che Hamilton disintegra le gomme (e qui le morbide durano già pochissimo). Ci sperano Alonso e Raikkonen, che forse sono quelli messi meglio. Chi invece ha scelto una strategia diversa e partirà con le medie (Vettel, Button) è perché stavolta deve per forza inventarsi qualcosa.
Premessa. La griglia di partenza in Cina non è importante come altrove. Certo, è sempre meglio stare davanti – direbbe Lauda (o anche Boškov) – ma allo Shanghai International Circuit ci sono diversi punti in cui è possibile superare, soprattutto grazie all’uso del DRS e alle differenze a volte notevoli che ci sono nelle velocità di punta delle macchine. Andiamo per punti, invece di perderci in ragionamenti labirintici e ipotesi fantascientifiche.
Per questa gara la Pirelli ha portato la mescola Medium (bianca) e la mescola Soft (gialla). Il colore sarebbe quello sul fianco del battistrada, altrimenti la gente che guarda da fuori non capisce. Premesso che le mescole da asciutto di quest’anno sono quattro (hard, medium, soft e super soft) e che in genere sono tutte più morbide – e quindi meno durature – rispetto a quelle dello scorso anno (la medium del 2012 sarebbe la hard del 2013), qualcuno pensa che a Shangai fosse il caso di portare le due mescole più dure invece che quelle di mezzo nella scala. Perché si è capito subito che, a macchine cariche, le soft non durano più di 5 o 6 giri, e domani potrebbe essere un gran casino.
Paul Hembery – il direttore responsabile della Pirelli Motorsport, che sarebbe quel tipo simpatico e paziente che si aggira nei box tormentato dagli inviati delle televisioni di tutto il mondo – dice che domani le soste dovrebbero essere tre, se tutto va bene. Se poi qualcuno se la sente, può anche azzardare le due soste, a patto che parta con le medie. E la media è la gomma di partenza scelta da Button, Vettel e Hulkenberg, tra i piloti che hanno disputato la Q3 (ma proveranno la stessa tattica in tanti, nelle retrovie). Il vantaggio è che questi piloti si ritroveranno con un set di gomme morbide nuovo nella seconda parte di gara, quando – a macchine scariche e pista gommata – la tenuta degli pneumatici morbidi non dovrebbe essere così breve. Lo svantaggio è che in partenza dovranno resistere agli attacchi di quelli che partono con la morbida (tra l’una e l’altra mescola si è vista una differenza media di mezzo secondo al giro, che non è poco). Naturalmente questi piloti sperano che già dopo 5 o 6 giri Hamilton, Alonso e tutta quella gente lì davanti sia costretta a rientrare urgentemente ai box con le gomme disintegrate. Che comunque non è così inverosimile.
Nonostante i temponi di Massa e Alonso nelle prove libere 2 e 3, chi ha dimostrato il rendimento migliore sia in configurazione gara che a serbatoi scarichi è stata la Mercedes, da subito. Il vero punto di forza è la velocità di punta: Rosberg e Hamilton sono rimasti stabilmente in cima alla classifica delle velocità massime del weekend, con 319 km/h tutti e due. Saranno km/h molto preziosi nel lunghissimo rettilineo prima della curva 14, dove potranno facilmente sorpassare le altre macchine o, viceversa, dove sorpassarli non sarà così facile. Probabilmente la velocità non è solo frutto dell’incidenza dell’ala ma anche dei rapporti di marcia, con una settima molto lunga che però costringe a sacrificare qualcosa nel misto e nella parte più guidata (dove infatti non sono i più veloci).
La chances di vittoria di Hamilton sono legate alle sue capacità di preservare gli pneumatici, e diciamo che il ragazzo non è del club “we take care of battistrada”. È anche vero che non sarebbe l’unico a soffrire del problema, ma obiettivamente c’è chi riesce a essere ugualmente veloce sulla distanza senza distruggere le gomme, come Raikkonen e Alonso (e come il suo ex compagno di squadra in McLaren, Button, che per adesso può solo guardare). Rosberg – dopo l’ordine di scuderia eseguito in Malesia, da bravo soldatino – avrà il famoso “dente avvelenato” e una buona partenza potrebbe teoricamente metterlo alla pari di Hamilton nelle possibilità di vincere la gara. Un problema della Mercedes semmai, oltre all’incognita sull’usura degli pneumatici, forse rimane quello che riguarda qualsiasi team che in fase di progetto migliori molto le prestazioni della macchina portandosi al livello degli altri ma trascurando necessariamente un aspetto dello sviluppo: l’affidabilità (Rosberg si è già ritirato per un problema elettrico a melbourne, e un problema idraulico gli ha impedito di prendere parte alle prove libere 3 qui in Cina). Ricordare le quote dei non classificati, più che un dovere di cronaca, è una vigliaccata. Ma comunque: sia Rosberg sia Hamilton sono quotati a 4.00 (Eurobet).
Sembrava il weekend giusto per questa benedetta pole position, ma alla Ferrari manca sempre quello spunto decisivo che in Q3 fa la differenza. In Ferrari però – che di solito son più bravi alla domenica che al sabato – hanno scelto un compromesso aerodinamico migliore rispetto agli avversari: le velocità di punta sono ottime (318 km/h) e nella parta centrale del circuito, cioè il misto, Massa è il più veloce. Alonso è il più veloce nell’ultimo settore, non perché la Ferrari sia la più veloce sul rettilineo prima della curva 14 ma forse perché Fernando interpreta al meglio quelle tre curve secche prima del traguardo. Comunque molto bene: c’è velocità e c’è trazione, e se domani si guida con intelligenza e pazienza, Alonso può centrare la prima vittoria dell’anno. L’altro indiziato è Raikkonen, uno che nella speciale classifica del rapporto fatti/parole non ha rivali.
Si è rivista qualche scintilla, non in senso metaforico: proprio sotto la macchina. Come spiegava Zanardi in occasione della gara di Melbourne, l’ottima Lotus di quest’anno si permette un assetto con una regolazione meno rigida delle sospensioni rispetto alla concorrenza. La macchina quindi presenta molta più aderenza nelle parti guidate, senza comunque perdere velocità massima nei rettilinei. E il miglior tempo di Raikkonen nel primo settore – il più guidato e anche quello con le maggiori pendenze – autorizza ancora questo tipo di lettura. La macchina comunque non ha presentato grandi aggiornamenti aerodinamici. Lui minimizza ma la verità è che c’entra parecchio anche il manico, come sempre: Raikkonen ha tirato fuori un gran tempo, e se riesce a vincere le gare quando parte settimo, figurarsi quando parte in prima fila. L’altro punto a suo favore è che di solito, grazie alla sua guida precisa, è tra gli ultimi in pista a soffrire problemi di usura degli pneumatici, uno scenario molto probabile per domani.
I due puledri del toro rosso ia-ia-oh erano pronti a farsi la guerra in pista da subito, dopo le scintille metaforiche della Malesia. Ma stavolta probabilmente non si incroceranno neppure, perché la Red Bull forse ha fatto un’altra cazzata stile Abu Dhabi 2012 (ma quella volta con Vettel): Webber è rimasto fermo in pista in Q2, ufficialmente per un problema di pressione nel serbatoio ma di fatto perché era rimasto con 150 ml di carburante, che non bastano manco a far decollare un aeroplanino radiocomandato. Morale: domani parte ultimo, perché il regolamento parla chiaro e dice che pure in caso di apocalisse una macchina in pista deve sempre e comunque avere almeno un litro di carburante prelevabile per i controlli (Art. 6.6.2). A dire il vero non sembrava un gran weekend già da venerdì, e in Red Bull le hanno provate tutte per aumentare il grip della macchina, dall’incidenza negativa del camber alla strategia di partire domani con le medie (e sperare che quelle morbide degli altri si squaglino). Però già non partono benissimo: nel suo tentativo in Q3 Vettel è arrivato lungo in curva 14 e ha semispiattellato già una gomma (e ha anche lamentato una strana reazione del pedale del freno), che insomma non è il massimo come inizio. Poi magari gli altri si squagliano sul serio e Vettel risale, ma le premesse della vittoria al momento non ci sono.
Davanti a tutti no – perché Mercedes e Ferrari vanno più forte – ma considerando i molti punti del tracciato in cui è possibile sorpassare, forse la scommessa Red Bull più conveniente di domani è che Webber ce la faccia a risalire fino in zona punti (almeno decimo posto).
Nella tipologia di scommessa “testa a testa” – una coppia di piloti, non necessariamente della stessa squadra, stabilita dalla Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) – bisogna pronosticare, tra i due, il pilota che arriverà davanti all’altro a fine gara (se si ritirano entrambi, vince quello che si ritira per ultimo tra i due). Trattandosi di quote relativamente basse, spesso questa giocata viene effettuata in multipla, cioè combinando più pronostici secchi. Eurobet propone Alonso vincente contro Vettel a 1.50, Raikkonen vincente contro Hamilton a 2.00 e Massa vincente contro Button a 1.40 (combinando tutte e tre le giocate, la quota totale è 4.20).
Questo contenuto è stato modificato 13 Aprile 2013 17:15
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