AAA Celtics cercasi. Cinque sconfitte nelle ultime cinque partite fanno preoccupare. Sul serio. C’è già chi, a Boston, comincia ad agitare lo spettro di quei Pistons del 2009, che dalle finali di Conference piombarono nei bassifondi della lega, costretti alla rifondazione. La stagione e i playoff non sono compromessi, ma la sensazione è che il gm Ainge in estate abbia calcolato male: Terry si comporta da ex giocatore, Green non sta giustificando il contratto faraonico e Bass e Lee più dannosi che utili. Rondo sforna una miriade di assist, ma pecca in costanza. E i senatori Garnett e Pierce non possono ogni volta estrarre le castagne dal fuoco. Ad Atlanta, stanotte, serve un segnale di riscatto. Difficile che arrivi, vista la differenza sotto canestro tra le due squadre: i Celtics non hanno un centro degno di tal nome, mentre gli Hawks possono contare sull’ottima batteria di lunghi formata da Smith, Horford e Pachulia. Il rischio di tornare in Massachussets ancora a mani vuote, per Boston, è altissimo.
Col roster ridotto all’osso a causa della luxury tax (la lega li ha costretti a cedere Ellington e Speights ai Cavaliers per scendere sotto la soglia della tassa di lusso), i Grizzlies, due sere fa, hanno ammortizzato il gap facendo un sol boccone di ciò che rimane dei Lakers. Contro i Nets, questa notte, a Rudy Gay, Zach Randolph e Marc Gasol toccherà ripetere il miracolo, compensando la penuria di ricambi in panchina con una prestazione da urlo. Impresa non di poco conto, perché Brooklyn, al contrario dei Lakers, sta vivendo un periodo d’oro – nove gare vinte nelle ultime dieci – ed in trasferta è addirittura più prolifica che tra le mura del Barclays Center. Lopez, Johnson e Williams, poi, sono stati incredibilmente (ed immeritatamente) esclusi dall’All Star Game e daranno il massimo per far ricredere tifosi e allenatori. La gara? Ritmi e punteggi bassi, si deciderà tutto nel pitturato.
Non vi aspettate la combattutissima sfida all’Ok Corral di qualche anno fa, quando entrambe le franchigie erano al top. Quella di stanotte è però una gara dal risultato affatto scontato. Innanzitutto, perché è un derby. E un derby è sempre un derby. Texano, per giunta. Poi, perché gli Spurs vincono ininterrottamente da sei gare e, nonostante siano eterni, un calo appare fisiologico e ci sta tutto. Dallas, d’altro canto, sta iniziando silenziosa a carburare e il disordine d’inizio stagione sembra un lontano ricordo: il rientro di Nowitzki ha ridato vigore e speranza ai Mavs che ora vedono i playoff come un traguardo non più irraggiungibile. Non a caso nelle ultime cinque partite sono arrivati quattro successi contro avversari di tutto rispetto. San Antonio non potrà contare su Duncan, infortunato, e si affiderà, oltre ai soliti Parker e Ginobili, all’estro di Stephen Jackson e al centro-rivelazione Thiago Splitter. Bianconeri comunque favoriti, ma il Veggente azzarda e dice Mavericks.
Altri pronostici (in neretto maiuscolo i probabili vincenti):
WASHINGTON WIZARDS – Minnesota Timberwolves
MIAMI HEAT – Detroit Pistons
Cleveland Cavaliers – MILWAUKEE BUCKS
Chicago Bulls – GOLDEN STATE WARRIORS
NEW ORLEANS HORNETS – Houston Rockets
Sacramento Kings – OKLAHOMA CITY THUNDER
LOS ANGELES LAKERS – Utah Jazz