Il derby texano nasconde sempre qualche sorpresa: Houston cercherà di rifarsi dopo la sconfitta di tre giorni fa. I Miami Heat di James e Wade affrontano gli Hawks per confermarsi in vetta alla Southeast Division.
Quando prendi le cose troppo alla leggera, si sa, finisci con lo sbatterci la testa. E forte, pure. I Miami Heat l’hanno sperimentato sulla propria pelle e sembra abbiano imparato la lezione. A furia di giochicchiare e trastullarsi all’idea di avere già il successo in tasca dopo i primi 24 minuti, i campioni Nba hanno rimediato due brutte sberle dai derelitti Wizards prima e dai Knicks poi. Con New Orleans, invece, due notti fa, la musica è cambiata: la squadra non ha mollato mai e la vittoria è arrivata senza problemi. Lebron e Wade, d’altronde, hanno paradossalmente bisogno dei momenti critici per motivarsi e far vedere chi comanda (le serie playoff dell’anno scorso con Pacers e Celtics hanno insegnato qualcosa). La partita che li vede opposti agli Hawks, stanotte, va letta in questo senso: una sfida calda, caldissima – Atlanta sta dimostrando il suo valore, vincendone nove delle ultime dieci – in cui James (25.1p) sentirà il bisogno di esaltarsi davanti al suo pubblico, caricando a mille i suoi compagni. Evitando così altri seccanti scherzetti.
Lo rammentano persino le pietre: in ogni derby degno di tal nome, non esistono favoriti. E quello “puro” texano non ha mai lesinato colpi di scena: dalle sfide anni ’90 che vedevano scontrarsi Olajuwon e Robinson ai duelli più recenti tra McGrady e Ginobili. Gli Spurs, va detto, hanno più chance – e talento – per portare a casa la vittoria: nelle ultime dieci gare sono usciti sconfitti una sola volta (il famoso turnover di Miami che è costato una salatissima multa alla franchigia dell’Alamo) e danno l’impressione di non voler tirare il freno. Dall’altra parte del campo, però, ci sono i Rockets che di motivazioni per buttare il sangue sul parquet, stanotte, ne hanno svariate: una è la già citata rivalità territoriale; l’altra è la bruciante sconfitta (114-92) rimediata tre sere fa proprio per via dell’odiata San Antonio. Dunque, benvenuti nell’atmosfera “caliente” del Toyota Center: James Harden o Tony Parker? Il confronto scoppiettante, già andato in onda nei playoff dello scorso anno, è destinato a ripetersi. Tra i due la spunterà forse il secondo, ma andateci cauti, giocando il probabile over.
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Questo contenuto è stato modificato 10 Dicembre 2012 21:04
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