La McLaren è sempre andata forte su questo tracciato e, salvo errori o repentini cali di rendimento, domani Lewis ha la vittoria in pugno. Chi l’ha fatta grossa stavolta è la Red Bull: Vettel è stato penalizzato e partirà ultimo. Per la Ferrari è un’occasione inattesa.
L’articolo 6.6.4 è abbastanza chiaro: salvo dimostrabili cause di forza maggiore, tutte le monoposto devono rientrare autonomamente ai box, al termine delle qualifiche, conservando carburante sufficiente per permettere l’estrazione di almeno un litro da parte degli stewards, per i controlli. Dopo un venerdì tranquillissimo, Vettel era già parso molto nervoso. In mattinata, nell’ultima sessione di libere, era rimasto tutto il tempo fermo ai box per un problema ai freni. In qualifica, dopo aver colpito abbastanza duramente con la posteriore destra le barriere in curva 19 (senza conseguenze), ha agguantato un terzo posto con una certa fatica, per poi parcheggiare la vettura in pista su ordine immediato del muretto. I commissari, dopo ben cinque ore di riunione, non hanno potuto fare altro che infliggere la penalità (l’ultimo precedente proprio quest’anno, Hamilton a Barcellona). La Red Bull di Vettel scatterà quindi dall’ultima posizione in griglia, un bel guaio in ottica mondiale, anche se il tedesco non è nuovo a ottime gare partendo dal fondo.
Possibile che in casa Red Bull, mentre è in gioco un mondiale, si possano commettere ingenuità del genere? O forse bisogna pensare che abbiano tentato la furbata? (Perché sì, in F1 anche 250 ml di carburante in più o in meno possono fare la differenza). In verità Horner sostiene che lo stop sia dovuto a una precauzione rispetto a un guasto alla cella combustibile. E sostiene che in realtà la monoposto contenesse carburante a sufficienza, benché non estraibile senza smontare il corpo macchina (e il regolamento dice che i commissari devono poter estrarre un litro direttamente, senza dover smontare un accidente). Il team ha già comunicato che Vettel partirà dai box, per permettere quanto meno ai meccanici di apportare modifiche sull’assetto e su altri parametri della vettura altrimenti intoccabili in parco chiuso.
Checché ne dicano esperti e addetti, pronti a elogiare lo strapotere tecnico delle Red Bull, la verità è che è un mondiale tiratissimo e sono ormai tutti al limite, sia al muretto sia nell’abitacolo. Il che ha reso le gare solo apparentemente scontate, quando invece l’errore umano o il guaio tecnico sono eventualità che bisognerebbe tenere ancor più in conto in situazioni del genere.
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