Una sconfitta (la quarta di fila) contro i Pistons potrebbe provocare qualche cambiamento nell’ambiente gialloviola. Sempre questa notte, i Suns proveranno ad espugnare Orlando.
La mission è di quelle (quasi) impossibili: ricostruire pazientemente mattone dopo mattone sulle macerie generate dalla mega-trade che ha portato “Superman” Howard a Los Angeles. Ma i Magic, capitanati dal giovane allenatore Jacque Vaughn, hanno dimostrato di aver preso la direzione giusta già nella scorsa gara, quando nessuno avrebbe puntato un centesimo sulla loro vittoria sui Nuggets di Gallinari ed Iguodala. Grazie alla “follia” cestistica di Big Baby Davis (29+10 contro Denver), la difesa di Afflalo e i punti dall’arco di Nelson e Redick, difficilmente saranno quella squadra materasso pronosticata da tutti in estate. Questa notte, però, l’avversario è tutt’altro che mediocre: all’Amway Center arriva Phoenix: un mix di qualità ed esplosività che ha fatto tanto male, due giorni fa, ai poveri Detroit Pistons. Scola e l’ex Gortat faranno razzie sotto canestro contro l’ancora acerbo (ma promettente) Vucevic, mentre Dragic, apparso in formissima, avrà probabilmente la meglio nella sfida con Jameer Nelson. Da non sottovalutare l’apporto di Shannon Brown dalla panchina.
In preda alla disperazione dopo un incredibile 0-3 (non accadeva da più di trent’anni) i sostenitori dei Lakers sono spaccati a metà: chi attende con frenesia l’esonero di coach Mike Brown, chi invece sostiene che l’allenatore non sia la panacea di tutti mali e, con una buona dose di ottimismo, aspetta che gli ingranaggi del “Dream (?) team” losangelino vengano oliati per benino. Intanto, stanotte, contro i Detroit Pistons, mancherà ancora una volta Steve Nash – dovrà stare fermo sette giorni a causa dell’infortunio di Portland – e Blake non è affatto un sostituto all’altezza. Rivedremo il solito “quarantello” di Bryant o una prova corale scaccia-crisi? La vittoria, con ogni probabilità, stavolta arriverà, data pure la pochezza assoluta dei competitor, ai quali non resta che sperare in qualche lampo del play Brandon Knight o nelle ormai sporadiche fiammate del vecchio Tayshaun Prince.