Con il contratto già in tasca per il prossimo biennio (rimarrà fino al termine delle qualificazioni del mondiale brasiliano), Giovanni Trapattoni torna agli Europei più carico che mai alla guida dell’Irlanda, otto anni dopo la sfortunata esperienza con l’Italia in Portogallo, quando fu fatto fuori dal biscotto tra Danimarca e Svezia.
Alla veneranda età di 73 anni Trapattoni non ha ancora perso la sua carica da eterno ragazzino, e tra uno show con i giornalisti e una battuta nel suo inglese non propriamente oxfordiano, quasi non sembra che sarà il ct più anziano mai esibitosi sul palcoscenico degli Europei. Se già la qualificazione è stata risultato eccellente, l’ambizioso ct italiano vuole compiere un’altra impresa e raggiungere i quarti di finale. In fatto di convocazioni Trap ha operato in largo anticipo le sue scelte e, contrariamente alle previsioni, in alcuni casi ha preferito puntare su gioventù e forza anzichè sull’esperienza. Così si spiega la scelta di James McClean al posto di Keogh, mentre McShane è rientrato nella lista all’ultimo momento a causa dei problemi fisici di Foley. L’Irlanda gioca un calcio non certo moderno ma produttivo, in cui la solidità tipica dei verdi si è fusa con quella di Trapattoni. Portiere sicuro in mezzo ai pali, Given, difesa schierata a quattro solidissima pur senza eccellenze nei singoli (anzi…), e molto abile nel gioco aereo. In mezzo anche a tanta corsa e spirito di sacrificio, a mettere un pizzico di classe e tecnica ci sono il talentuoso esterno dello Spartak Mosca Aiden McGeady e l’uomo-simbolo Robby Keane, ex interista attualmente con Beckham ai Los Angeles Galaxy ma che, nel corso della stagione è tornato in prestito in Premier League dimostrando di essere ancora validissimo anche ad alti livelli.
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I RISULTATI STAGIONALI
Per accedere agli Europei l’Irlanda ha avuto bisogno dello spareggio, brillantemente vinto contro la modesta Estonia. Nel girone di qualificazione solo la Russia è stata capace di battere il Trap, merito di una difesa imperforabile che, tranne nella sfida proprio con Arshavin e compagni, non ha mai subito più di una rete a partita. E anche nelle amichevoli la solidità della retroguardia è stata tra i punti di forza. Nelle quattro gare giocate da agosto 2011 a oggi, l’Irlanda ha subito solo un gol. Il problema è che anche l’attacco latita, nelle stesse quatro gare infatti le reti all’attivo sono state appena due. Quattro “under” di fila, una statistica da tenere bene in mente in vista dell’Europeo.
LA STELLA
Il giocatore più talentuoso, oggi come ieri, nell’Irlanda resta Robby Keane. Uno che vanta anche una fugace apparizione, non indimenticabile in realtà, nel campionato italiano, con la maglia dell’Inter. Un giramondo, tanta Premier League, ma anche Scozia, idolo del Celtic, e poi gli Usa, dove fa attualmente coppia con Beckham a Los Angeles nei Galaxy campioni 2011 della Major League Soccer. A dimostrazione che Keane è ancora un giocatore vero c’è il fatto che, appena salvatosi, l’Aston Villa ha espresso l’intenzione di riaverlo, se sarà possibile, almeno per i mesi in cui non sarà impegnato negli Usa, dopo la breve ma positiva esperienza nel corso di questo campionato. Con cinque reti messe a segno nelle gare di qualificazione è stato l’uomo che ha dato all’Irlanda la spinta decisiva per arrivare all’Europeo, inevitabile per chi con la maglia verde risulta essere il miglior cannoniere nella storia di questa nazionale. Keane è anche terzo nella classifica delle presenze, e per questo è considerato l’autentica anima della squadra. In una squadra che difende bene, ma che attacca con pochi uomini, le invenzioni di Keane saranno fondamentali se si vorrà ottenere un passaggio del turno che avrebbe del miracoloso.
IL JOLLY
In molti pensavano che la scelta di Aiden McGeady di lasciare il Celtic per approdare allo Spartak Mosca si sarebbe rivelata sbagliata. E invece si può dire che l’irlandese ha aperto la strada alle altre stelle europee verso il calcio russo, nuova frontiera in cui lo hanno seguito altri nomi altisonanti come Eto’o, tanto per fare l’esempio più clamoroso, senza dimenticare i nostri Criscito e Bocchetti. Allo Spartak è idolo dei tifosi per la sua facilità nel dribbling, caratteristica numero uno insieme alla precisione nei cross. Sarà l’arma numero uno per la testa dei compagni anche nelle azioni a gioco fermo. Rispetto a Duff, McGeady offre sicuramente maggiore qualità e imprevedibilità, ma andrebbe migliorato il suo rendimento sotto porta. I tre gol segnati nell’ultimo campionato sono pochini per un centrocampista dalle spiccate doti offensive. Aggiustasse anche la mira, sarebbe giocatore da top club.
LA ROSA DEI CONVOCATI
Portieri:
1 S.Given (Aston Villa) 16 K.Westwood (Sunderland) 23 D.Forde (Millwall)
Difensori:
2 S.St Ledger (Leicester) 4 J.O’Shea (Sunderland) 5 R.Dunne (Aston Villa) 12 S.Kelly (Fulham) 13 P.McShane (Hull) 18 D.O’Dea (Celtic)
Centrocampisti:
3 S.Ward (Wolverhampton) 6 G.Whelan (Stoke) 7 A.McGeady (Spartak Mosca) 8 K.Andrews (West Bromwich) 11 D.Duff (Fulham) 15 D.Gibson (Everton) 17 S.Hunt (Wolverhampton) 21 P.Green (Derby) 22 J.McClean (Sunderland)
Attaccanti:
9 K.Doyle (Wolverhampton) 10 R.Keane (L.A. Galaxy) 14 J.Walters (Stoke) 19 S.Long (West Bromwich) 20 S.Cox (West Bromwich)
La formazione tipo
IRLANDA (4-4-2): Given, O’Shea, Dunne, O’Dea, Ward, Duff, Gibson, Whelan, McGeady, Doyle, Keane.