Una nazionale fortissima, quella dell’Olanda, ma che nei momenti topici viene sempre meno. Come confutare questa etichetta appiccicata in fronte ai giocatori orange, a maggior ragione dopo la finale dei mondiali persa contro la Spagna?
Per la nazionale olandese allenata da Bert Van Marwijk la missione agli Europei di Polonia ed Ucraina è quella di provare a bissare l’unico trofeo che impreziosisce la bacheca del calcio Orange, l’Europeo 1988 di Gullit e Van Basten. Per il resto, solo delusioni, soprattutto nei mondiali, motivo per cui qualsiasi altro risultato, con tutto il ben di dio che ha in attacco la squadra, sarebbe solo un fallimento. Il girone di qualificazione è stato trionfale, e fin qui nessuna novità. Come non sorprenderebbe nemmeno un agevole passaggio del turno in quello che è da tutti considerato il “girone della morte”. I problemi, semmai, arriveranno nelle sfide ad eliminazione diretta. Qui l’Olanda deve sempre fare i conti con lo scarso carattere dei suoi top player. Il talento è infinito, ma Robben stesso è l’esatto ritratto della sua nazionale: nei momenti decisivi anche in questa ultima stagione col Bayern Monaco ha sbagliato tutto, perdendo le sue ennesime finali di una carriera fin qui ricca di delusioni. Ma l’Olanda non è solo Robben: c’è Wesley Sneijder, che nei grandi appuntamenti sa sempre esaltarsi. Poi Robin Van Persie, che in questa stagione con la maglia dell’Arsenal ha segnato più di quello che abbia mai fatto nel resto della sua carriera, motivo per cui è corteggiato da tutti i top club europei Juventus inclusa. Dirk Kuyt, giocatore versatile che Van Marwijk ha spesso definito la pedina in campo che tutti gli allenatori vorrebbero avere. E poi ancora Klaas Jan Huntelaar, che nelle qualificazioni ha segnato con straordinaria continuità come del resto nello Schalke 04, e Rafael Van der Vaart. Nel centrocampo c’è meno qualità, ma tanta tanta quantità con Van Bommel e De Jong. Il limite dell’Olanda è rappresentato dalla difesa. Gregory van der Wiel, l’esterno destro che fu una delle rivelazioni del mondiale del Sudafrica, è abilissimo ma soprattutto quando c’è da offendere. Per il resto i centrali non convincono più di tanto e Stekelenburg come con la Roma probabilmente sarà chiamato a fare gli straordinari.
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I RISULTATI STAGIONALI
Dopo il trionfale cammino nel girone di qualificazione in cui ha sempre vinto, tranne che nell’ultima giornata quando ormai era sicura del primato, nelle amichevoli gli orange hanno dato l’ennesima dimostrazione della loro discontinuità. Una squadra umorale capace di perdere 3-0 dalla Germania a fine 2011, vincendo poi 3-2 con l’Inghilterra. E nei test pre-Europeo, dopo il clamoroso ko con la Bulgaria, sono arrivati i successi su Slovacchia (2-0) e la strepitosa goleada sull’Irlanda del Nord (6-0).
LA STELLA
In questo momento, ancora più di Sneijder che pure di questa nazionale è leader carismatico, la stella è Robin Van Persie. Perché il giocatore dell’Arsenal nel corso di questa stagione è esploso definitivamente, giocando praticamente sempre, lasciato finalmente in pace da quei piccoli problemi fisici che negli anni passati gli avevano pregiudicato un rendimento costante. In quest’ultima stagione agonistica RVP ha giocato 53 partite segnando la bellezza di 40 reti (14 di destro, 16 di sinistro, 3 di testa, 6 su rigore, uno su punizione) impreziosite da 16 assist. Anche in nazionale nelle qualificazioni Van Persie ha viaggiato al ritmo di un gol a partita. L’unico dubbio è la grande competizione internazionale. Ai mondiali Van Persie nonostante l’arrivo in finale, segnò soltanto una rete. Saprà riscattarsi, mettendo la ciliegina sulla torta di questa sua fantastica stagione?
IL JOLLY
Quando sta bene è uno dei giocatori più forti del mondo. Quando si parla di Arjen Robben, l’esterno d’attacco che vuole guidare l’Olanda al successo negli Europei di Polonia e Ucraina, però, la precisazione sulle sue condizioni di salute è quasi d’obbligo. A 28 anni, Robben ha avuto una serie incredibile di infortuni piccoli e grandi, che ne hanno condizionato una carriera fatta comunque di grandi successi. E di amare delusioni, come la finale di Champions persa con un rigore sbagliato ai supplementari. Oltre alla fragilità fisica c’è da notare anche una certa fragilità psicologica. Dopo un inizio di carriera da enfant prodige in patria, è stata forse la sua esperienza al Bayern quella nella quale ha convinto di più a livello di club. Dopo i tre anni al Chelsea e soprattutto le due stagioni al Real Madrid, il Bayern gli ha dato la possibilità di tornare a giocare il ruolo di indiscusso top player europeo, e Robben non se l’è lasciata sfuggire. Ma ancora manca quel quid in più rappresentato da una vittoria in ambito europeo o internazionale. Questo, insieme appunto alle sue fragilità fisiche e psicologiche, fa di Robben un jolly piuttosto che una stella. Se riuscirà a farsi valere, l’Olanda finalmente potrebbe sbancare il jackpot facendo suo l’intero montepremi.
LA ROSA DEI CONVOCATI
Portieri:
1 M.Stekelenburg (Roma) 12 M.Vorm (Swansea) 22 T.Krul (Newcastle)
Difensori:
2 G.Van der Wiel (Ajax) 3 J.Heitinga (Everton) 4 J.Mathijsen (Malaga) 5 W.Bouma (Psv) 13 R.Vlaar (Feyenoord) 15 J.Willems (Psv) 21 K.Boulahrouz (Stoccarda)
Centrocampisti:
6 M.Van Bommel (Milan) 8 N.de Jong (Manchester C.) 10 W.Sneijder (Inter) 11 A.Robben (Bayern) 14 S.Schaars (Sporting Lis.) 17 K.Strootman (Psv) 23 R.Van der Vaart (Tottenham)
Attaccanti:
7 D.Kuyt (Liverpool) 9 K.Huntelaar (Schalke) 16 R.Van Persie (Arsenal) 18 L.de Jong (Twente) 19 L.Narsingh (Heerenveen) 20 I. Afellay (Barcellona)
La formazione tipo
OLANDA (4-2-3-1): Stekelenburg, Van der Wiel, Heitinga, Mathijsen, Willems, de Jong, Van Bommel, Robben, Sneijder, Kuyt, Van Persie.
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