Stasera il Barcellona e l’Alavés giocheranno contro in finale di Coppa del Re, al “Vicente Calderón” a Madrid (la partita sarà trasmessa in chiaro su Nove). È inusuale, vedere una neopromossa in finale di una competizione del genere, e le quote sbilanciate lo confermano. Comunque vada, sarà l’ultima partita di Luis Enrique da allenatore del Barcellona.
La magnifica stagione dell’Alavés – al primo campionato in prima divisione spagnola dopo dieci anni dall’ultima volta – si è conclusa con un sorprendente nono posto in classifica in campionato e, soprattutto, con una imprevedibile finale di Coppa del Re che stasera alle 21:30 si giocherà contro il Barcellona allo stadio “Vicente Calderón” a Madrid. La partita sarà trasmessa gratuitamente su Nove, la rete del gruppo Discovery visibile in chiaro sul canale 9 del digitale terrestre (e anche in streaming sul sito DPlay), e sarà commentata da Federico Zanon e Gianluca Zambrotta.
Non solo i risultati hanno di gran lunga superato le aspettative più ottimistiche, ma anche il gioco espresso dall’Alavés nel corso di questa stagione ha ricevuto numerosi apprezzamenti da parte di commentatori e addetti. Resta una finale molto sbilanciata, chiaramente, ma vale la pena seguirla.
Come ha fatto l’Alavés ad arrivare fino a qui
Considerando il punto di partenza – una rosa ben allestita ma sostanzialmente priva di campioni affermati – i principali meriti dell’Alavés sono stati attribuiti al suo allenatore, l’argentino Mauricio Pellegrino, ex vice di Benitez che in seguito alla disastrosa esperienza all’Inter andò ad allenare (da solo) il Valencia per pochissimo tempo prima di una lunga esperienza recente nel calcio argentino, da allenatore dell’Estudiantes prima e dell’Independiente poi. Sia sul piano numerico dei punti totali in classifica sia su quello dell’organizzazione tattica e della solidità difensiva, al suo primo anno in prima divisione dopo un’assenza di dieci anni l’Alavés si è dimostrata una squadra superiore a più della metà delle squadre della Liga spagnola.
In Coppa del Re, almeno fino alle semifinali, i successi dell’Alavés sono stati in parte agevolati da un sorteggio favorevole. Nei sedicesimi di finale, suo primo impegno in questa competizione, ha battuto con un doppio 3-0 il Gimnàstic de Tarragona, una squadra di seconda divisione. Agli ottavi ha pareggiato per 2-2 al “Riazor” contro il Deportivo La Coruna e ha poi pareggiato 1-1 in casa, superando il turno in virtù del maggior numero di gol segnati in casa. Nei quarti è di nuovo riuscito a non prendere gol contro un’altra squadra di seconda divisione, l’Alcorcón, battuto 2-0 in trasferta nella partita di andata (al ritorno è finita 0-0).
Il turno più impegnativo e gratificante è stato senza dubbio la semifinale vinta contro il Celta Vigo, una squadra teoricamente più attrezzata e con maggiore esperienza di quanta ne abbia l’Alavés. Dopo un pareggio per 0-0 a Vigo, nella partita di ritorno al “Mendizorrotza” di Vitoria-Gasteiz l’Alavés ha segnato all’82° minuto il gol che gli permetterà di giocare la prima finale di Coppa del Re nella sua storia (di semifinali ne aveva invece già giocate quattro, l’ultima nel 2004).
Come gioca l’Alavés
Pellegrino gioca in buona sostanza con un 4-2-3-1 ben collaudato e con incarichi specifici per ogni giocatore, soprattutto in fase di non possesso palla. La parte fondamentale è in mezzo al campo: due mediani di ottima qualità, il capitano Manu Garcia e il madridista Marcos Llorente, forniscono maggiore protezione a un reparto difensivo non impenetrabile ma comunque dotato di due centrali di esperienza, Alexis Ruano e Victor Laguardia (attualmente infortunato). L’unico vero fenomeno in quel reparto è a sinistra, ossia il terzino Theo Hernandez, un diciannovenne mancino in prestito dall’Atletico Madrid, molto veloce e bravissimo nei dribbling e a fare cross – e ora conteso da Real, Atletico e Barcellona (pare lo abbia preso il Real).
L’altro grande contributo alla solidità difensiva dell’Alavés lo fornisce senza dubbio il portiere, il venticinquenne Fernando Pacheco. Cresciuto nelle giovanili del Real Madrid, Pacheco ha scelto di andare all’Alavés all’inizio della scorsa trionfale stagione, conclusa con la promozione in prima divisione, ed è stato uno dei migliori giocatori di tutto il torneo. Ha confermato le sue eccellenti qualità anche quest’anno, benché il livello superiore degli avversari abbia inevitabilmente innalzato il numero complessivo di gol subiti (da 35 a 43, con meno partite giocate).
Dal punto di vista dei tempi complessivi di gioco, l’attacco è probabilmente il reparto meno coinvolto durante le partite dell’Alavés, che tende a lasciare il controllo agli avversari e a estendere il pressing in ogni zona del campo per cercare di rubare il pallone e darlo subito in verticale alle ali e ai trequartisti. Sulla fascia sinistra c’è Ibai Gómez, ex Athletic Bilbao, e su quella destra gioca Édgar Méndez, l’autore del gol in semifinale contro il Celta Vigo. Sono loro due e Theo Hernandez a servire prevalentemente il ventiseienne attaccante brasiliano Deyverson, in prestito dal Levante, mentre Víctor Camarasa, un mediano in prestito anche lui dal Levante, gioca da mezzala cercando di non fornire troppi altri riferimenti agli avversari.
Come ci arriva il Barcellona
Riguardo alle motivazioni dell’avversario, probabilmente all’Alavés non poteva andar peggio di così: in questa deludente ultima stagione con Luis Enrique da allenatore, il Barcellona non ha vinto alcun trofeo, a parte la Supercoppa di Spagna vinta ad agosto contro il Siviglia. L’ultimo risultato ottenuto in campionato è stata un’inutile vittoria per 4-2 – neppure tanto limpida, visti alcuni errori arbitrali – in casa contro l’Eibar, che era addirittura andato in vantaggio di due gol. Vincere non è servito a niente perché nel frattempo a Malaga il Real Madrid vinceva il titolo battendo 2-0 il suo avversario (e sarebbe bastato un pareggio).
Proprio dal neopromosso Alavés era arrivato a settembre scorso uno dei primi segnali premonitori della complicata stagione del Barcellona: la clamorosa sconfitta per 2-1 al “Camp Nou” nella terza giornata di campionato aveva esposto alcune già note vulnerabilità del Barcellona contro le difese ben organizzate. Il Barcellona provò in ogni modo a segnare a Pacheco, ma a fronte di 16 tiri riuscì a segnare un solo gol; l’Alavés giocò una gran partita, sfruttando ogni minima possibilità di contrattacco e lasciando completamente il controllo al Barcellona (75% contro 25% al possesso palla). Diversamente andò nella partita di ritorno, stravinta 6-0 dal Barcellona.
Stavolta al Barcellona mancheranno Sergi Roberto e Luis Suarez, squalificati (Suarez si è anche recentemente infortunato al muscolo semimembranoso della gamba destra, in allenamento). Sono infortunati da tempo anche i difensori Aleix Vidal e Mathieu (e a centrocampo Rafinha), e quindi l’assenza di Sergi Roberto rende molto probabile l’impiego di Mascherano sulla fascia destra. In attacco al posto di Suarez dovrebbe giocare Paco Alcácer. Come abituale nel corso di questa competizione, anche in finale il portiere del Barcellona dovrebbe essere la riserva Jasper Cillessen invece che Ter Stengen.
Che tipo di partita aspettarsi
Che la qualità dei giocatori del Barcellona sia di gran lunga superiore a quella dei giocatori dell’Alavés è piuttosto noto ed evidente (la vittoria del Barcellona è data a 1.15, per capirci). Se il Barcellona abbia o no anche una struttura di gioco collettivo più solida ed efficace di quella dell’Alavés – considerate le risorse iniziali a disposizione delle due squadre – è invece tutto da discutere. Molto probabilmente la buona organizzazione tattica dell’Alavés non basterà a rendere la partita equilibrata, ma potrebbe comunque rendere più complicato per il Barcellona segnare le valanghe di gol che è solito segnare agli avversari di basso livello (l’Alavés lo è per alcuni aspetti ma non lo è per tanti altri).
In caso di vittoria del Barcellona sarà la ventinovesima volta che la squadra catalana vince questo trofeo nella sua storia, oltre che la terza volta consecutiva dopo il 3-1 contro l’Athletic Bilbao nel 2015 e il 2-0 contro il Siviglia nella stagione scorsa. Già ora, con 28 successi, il Barcellona è la squadra che ha vinto più volte la Coppa del Re, seguita dall’Athletic Bilbao (23) e dal Real Madrid (19).
Le probabili formazioni:
BARCELLONA: Cillessen; Mascherano, Piqué, Umtiti, Jordi Alba; Busquets, Rakitic, Iniesta; Messi, Neymar, Alcácer.
ALAVÉS: Pacheco; Kiko Femenía, Rodrigo Ely, Alexis Ruano (o Feddal), Theo Hernandez; Marcos Llorente, Manu García; Camarasa, Ibai Gomez, Edgar Méndez; Deyverson.
OVER 4,5 CARTELLINI (1.61, Bet365)
GOL (2.16, Goldbet)
1 + GOL (2.87, Betfair)