Champions League: Real Madrid-Napoli (mercoledì)

Real Madrid-Napoli è la più attesa partita degli ottavi di Champions League, visti da qui. Cerchiamo di capire quali sono le formazioni previste, chi manca tra i titolari e, in generale, come se la passano attualmente Napoli e Real Madrid. Il Napoli può farcela, a qualificarsi, ma la sensazione prevalente è che per riuscirci abbia bisogno di segnare almeno un gol al “Bernabeu”.

Questa contro il Real Madrid è una partita storica per il Napoli, che gioca per la seconda volta gli ottavi di finale di Champions League – dove nella stagione 2011/12 è stato eliminato dal Chelsea ai tempi supplementari – e cerca la prima qualificazione in assoluto ai quarti di finale. Il Real Madrid ha vinto due delle ultime tre edizioni della Champions League e punta ad arrivare ai quarti di finale per il settimo anno consecutivo: l’obiettivo del Real Madrid è quello di diventare la prima squadra in assoluto a riuscire a difendere il titolo nell’era Champions League.

I precedenti tra le due squadre

Il Napoli non vanta numerose partecipazioni nella più importante competizione europea, ma c’è già un precedente con il Real Madrid, relativo al primo turno di Coppa dei Campioni 1987/88, quando gli spagnoli eliminarono il Napoli con un 3-1 complessivo. Il Real vinse 2-0 la partita di andata con gol di Míchel su calcio di rigore e di Miguel Tendillo, mentre la partita giocata al San Paolo finì 1-1. Emilio Butragueño, che oggi è un dirigente del club, pareggiò il gol di Giovanni Francini. Il Napoli era allora allenato da Ottavio Bianchi ed era capitanato da Diego Maradona, che mercoledì assisterà in tribuna alla partita.

Si tratta di un precedente lontano nel tempo che serve a ben poco a inquadrare questa partita, così come non fa poi così testo il fatto che il Real Madrid prima di eliminare la Roma la scorsa stagione era uscito per otto volte di fila da scontri diretti contro le squadre italiane. Questo Real Madrid, che ha vinto due delle ultime tre edizioni di Champions League, è una squadra tornata a essere temibile in Europa come a fine anni ’90.

Come sta il Napoli

Il Napoli arriva a giocare questa partita probabilmente nel suo periodo migliore di questa stagione: è imbattuto da 18 partite (12 vittorie) in tutte le competizioni e l’allenatore Sarri ha saputo trasformare un problema – il grave infortunio occorso a Milik lo scorso mese di ottobre – in una risorsa, migliorando il gioco offensivo della sua squadra schierando Mertens nel ruolo di attaccante centrale. Il nazionale belga ha già superato il record di gol in una singola stagione in Serie A, è a quota 16, e a partire da metà dicembre ha messo a segno tre triplette e ha segnato 14 gol nelle ultime 11 partite ufficiali.

Milik nel frattempo è tornato disponibile, ma pur essendo stato convocato nelle recenti partite contro Bologna e Genoa non è ancora sceso in campo e avrà ancora bisogno di tempo prima di tornare a giocare titolare. Tra l’altro l’allenatore Sarri nell’ultima partita, non avendo a disposizione lo squalificato Callejon, ha preferito non spostare Mertens dal centro dell’attacco schierando Giaccherini e non Pavoletti. Al momento gira tutto alla perfezione con questo schema, e Sarri non ha nessuna intenzione di cambiare, figuriamoci nella partita più importante dell’anno.

Gli unici dubbi a centrocampo riguardano i soliti ballottaggi tra Diawara e Jorginho, col primo favorito, e tra Allan e Zielinski. In questo secondo caso è difficile capire chi sarà titolare, il polacco è in gran forma e in ogni caso potrebbe esserci una staffetta tra i due.

Il Napoli può segnare un gol al Real Madrid, e non sarebbe neanche male in trasferta, il problema maggiore sarà più che altro non prenderne contro una squadra che prima del 2-2 contro il Borussia Dortmund alla sesta giornata dellla fase a gironi, aveva vinto otto partite consecutive in Champions League e più in generale ha vinto 28 delle ultime 33 partite casalinghe, in cui è sempre riuscito a segnare almeno un gol. Il Napoli in Champions League su dieci partite giocate in trasferta solo una volta non ha subito gol, e in questa stagione ne ha presi da Dinamo Kiev, Besiktas e Benfica. Nelle prime due partite in particolare è passato in svantaggio: recuperare contro il Real Madrid diventerebbe molto più complicato.

Cosa ha combinato finora il Real Madrid

Il Real Madrid arriva a questa prima partita degli ottavi con una leggera flessione invernale – piuttosto frequente tra le grandi squadre – già alle spalle. Dopo la vittoria della Coppa del mondo per club, a dicembre, il nuovo anno è cominciato con la deludente eliminazione dalla Coppa del Re contro il Celta Vigo e la sconfitta in campionato contro il Siviglia. Di cinque partite giocate tra campionato e coppa in meno di due settimane, tra il 12 e il 25 gennaio, il Real Madrid ne ha perse due e pareggiate altre due. Prima di questa breve parentesi negativa, però, il Real non ne aveva persa neanche una, e – contando anche i successi risalenti alla stagione scorsa – aveva ottenuto un nuovo record di imbattibilità in partite consecutive: 40 partite senza perdere. È tuttora primo in classifica in campionato, con un punto di vantaggio sul Barcellona, nonostante due partite da recuperare.

Uno degli aspetti più rilevanti riguardo quella serie positiva è che è stata ottenuta anche attraverso settimane in cui il Real Madrid ha giocato obiettivamente male. Né Ronaldo né Benzema hanno ancora dato il meglio di sé, e anzi sono stati più volte contestati al “Bernabeu” – più o meno velatamente – dai ben abituati tifosi del Real. In campionato Ronaldo – pur avendo giocato solo sedici partite su venti – guida la classifica dei giocatori che hanno compiuto più tiri (75) e più tiri nello specchio della porta (38) ma è soltanto terzo nella classifica marcatori (14 gol), dietro a Suarez (18) e a Messi (17) che di tiri ne hanno fatti meno di Ronaldo, ottenendo comunque risultati migliori.

Da novembre scorso, inoltre, il Real Madrid sta giocando senza uno dei tre punti di riferimento in attacco, Gareth Bale, a causa di un infortunio alla caviglia. Era il giocatore che tra tutti stava giocando meglio: aveva già segnato cinque gol e fornito due assist in dieci partite. Garantiva inoltre alla squadra – oltre che la sua velocità e la sua eccellente tecnica individuale – un vantaggio ulteriore su uno degli aspetti tattici, forse meno evidenti ma più influenti, riguardo il quale il Real Madrid sta già messo benissimo anche senza Bale: il dominio nei contrasti e nel gioco aereo. Non è chiaro quando Bale sarò di nuovo disponibile ma potrebbe tornare in campo già per la partita di ritorno, martedì 7 marzo.

Come sta giocando

Per gran parte della stagione, finora, il Real Madrid ha giocato con il consueto 4-3-3 utilizzato da Zidane anche nel corso della scorsa stagione trionfale. A causa delle numerose assenze per infortuni muscolari che si sono verificate durante questi primi mesi, Zidane ha principalmente cercato di adattare uno o più giocatori di riserva al ruolo lasciato scoperto di volta in volta dall’infortunato di turno. È accaduto con Bale, tuttora assente, e all’inizio della stagione anche con Ronaldo e Benzema: tutti e tre sono stati sostituiti a rotazione da trequartisti, mezze punte o attaccanti “di riserva” – Morata, Isco, Kovacic, Asensio, Lucas Vazquez – che si sono quasi sempre dimostrati pienamente all’altezza dell’incarico ricevuto (se non addirittura meglio dei titolari, in alcune circostanze).

È accaduto anche con un centrocampista fondamentale per gli equilibri tattici della squadra, il brasiliano Casemiro, che ha saltato nove partite tra settembre e dicembre per una frattura al perone della gamba sinistra. E persino in quel periodo senza Casemiro il Real è riuscito a ottenere alcune non-facili vittorie in trasferta come quella contro l’Atletico Madrid (3-0), contro l’Alavés (4-1) e contro il Betis (6-1). In quelle partite – mantenendo di base il 4-3-3, come detto – Zidane ha sostanzialmente arretrato Kroos sulla mediana e inserito Isco per coprire il vuoto a centrocampo. Qualche variazione rispetto a questo schema – ma solo ora che Casemiro è tornato – Zidane l’ha compiuta più recentemente, per valutare alternative tattiche al 4-3-3.

Sabato scorso in casa dell’Osasuna – battuto 3-1, con qualche fatica – Zidane ha usato una linea difensiva a tre con Sergio Ramos affiancato da Varane e Nacho Fernández. È una variazione tattica certamente favorita dall’assenza di Bale, ma Zidane lo ha fatto principalmente per avere a disposizione maggiore spinta sulle fasce da parte di Danilo e Marcelo (ottima partita), e avere maggiori possibilità di “sfondare” la difesa dell’Osasuna, che usualmente riempie la propria area di difensori e mediani. È andata bene, ma il Real ha più volte subìto il contropiede dell’avversario, e ci ha anche preso un gol, cosa che non capita così spesso con il 4-3-3, il modulo che verosimilmente Zidane utilizzerà anche per affrontare il Napoli.

Questa ipotesi è tra l’altro avvalorata da un altro precedente negativo recente: nel tentativo di “copiare” il modulo dell’avversario, Zidane ha sperimentato la difesa a tre anche qualche settimana fa nella partita di campionato contro il Siviglia, una squadra che con la difesa a tre ha molta più familiarità. È finita 2-1 per il Siviglia, con un autogol di Ramos all’85° e un gol di Jovetic nel recupero.

Dove il Real è vulnerabile e dove no

Più che in contropiede il Real Madrid di Zidane ha più volte mostrato – sia in questa stagione che in quella scorsa – una certa vulnerabilità in fase di uscita dalla propria difesa, ossia in caso di pressing alto degli avversari sui centrali in uscita o sui mediani (Casemiro, ma anche Modric) che hanno l’incarico di far ripartire velocemente l’azione. Tra tutte le fasi del gioco del Real Madrid quello è probabilmente il momento in cui la squadra di Zidane è più incline a giocare la palla con leggerezza. Un esempio non recentissimo ma molto chiaro è l’errore di Modric nella sconfitta per 1-0 di poco più di un anno fa al “Madrigal” contro il Villarreal. In questa stagione errori di questo genere sono stati commessi a volte, nelle stesse circostanze di gioco, anche dai centrali Ramos e Varane. Piuttosto goffo è stato quello recente nella sconfitta per 2-1 in casa contro il Celta Vigo, nella partita di andata dei quarti di finale di Coppa del Re (il Real aveva appena segnato il gol del pareggio).


A parte questo tipo di errori individuali, però, il Real di Zidane si è finora contraddistinto per una coesione tra i reparti e per una sostanziale solidità difensiva che, nel collettivo, non si vedeva in questa squadra da diverso tempo. La non perfetta forma fisica degli attaccanti nella parte iniziale della stagione, inoltre, potrebbe indurre qualsiasi avversario a sottovalutare quello che, a tutti gli effetti, rimane comunque il reparto migliore di questa squadra. Ronaldo è sembrato in ripresa, e Benzema – che continua a sbagliare parecchio – ha tra i suoi sostituti “naturali” alcuni giocatori che stanno dimostrando di avere moltissima qualità.

Il pronostico

Il Napoli ha uno stile di gioco che può mettere in difficoltà il Real Madrid in fase di uscita dalla propria difesa, e un’organizzazione tale da contendere il possesso del pallone ai più quotati avversari. Centrocampisti e attaccanti sono in gran forma, Mertens soprattutto, e la sensazione è che un gol il Napoli possa farlo. Evitare la sconfitta sarà comunque complicato: il Real Madrid è una squadra che sa fare gol alla prima occasione buona – il Napoli non sarebbe nuovo a grossolani errori della difesa o del portiere Reina – e ha una maggiore esperienza internazionale, che in partite come questa può contare parecchio.

Probabili formazioni
REAL MADRID: Navas, Carvajal, Varane, Ramos, Marcelo, Casemiro, Kroos, Modric, Ronaldo, Lucas Vazquez, Benzema.
NAPOLI: Reina, Hysaj, Koulibaly, Albiol, Ghoulam, Allan (Zielinski), Hamsik, Diawara, Mertens, Callejon, Insigne.

PROBABILE RISULTATO: 2-1
1 (1.57, Bet365)
OVER 2.5 (1.57, Bet365)
GOL (1.61, Bet365)




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