È sempre Real Madrid contro Barcellona (e che palle)
La Liga di quest’anno comincia con delle impressioni che il veggente non ricava dai risultati della stagione passata: quasi come se a vincere lo scorso campionato non fosse stato il Barcellona, è il Real Madrid la squadra favorita per la vittoria finale, secondo il veggente, quella che si è rinforzata di più e che ha fatto meglio durante l’estate. Ok, per i bookmakers la favorita resta il Barcellona: Paddypower la dà vincente in antepost a quota 1.72, mentre il Real Madrid è a 2.10. Entrambe le quote, in ogni caso, dimostrano che il campionato spagnolo al momento è tra i meno equilibrati d’Europa: la terza squadra quotata per la vittoria finale è l’Atletico Madrid a quota 60.00.
Il Barcellona ha vinto la Liga 2012-2013 ma viene da una stagione che ha dimostrato da una parte la maggiore competitività di squadre come il Bayern Monaco, sul piano internazionale, ma che ha anche dimostrato alcuni limiti di gioco del Barcellona. Nonostante la percentuale di gran lunga più alta di possesso palla (69% di media a partita) e di passaggi riusciti (89% di media a partita), l’anno scorso il Barcellona ha tirato in porta poco meno di 14 volte a partita (in questa particolare classifica è al sesto posto). In campionato il titolo non è mai stato a rischio, anche perché il Real Madrid ha ampiamente deluso le aspettative, soprattutto quando ha di fatto gettato la spugna, con lo spogliatoio sottosopra e Mourinho già idealmente in Inghilterra. Dopo l’abbandono di Tito Vilanova – giunto per motivi di salute che hanno fortemente scosso la squadra – è arrivato l’allenatore argentino Gerardo Martino, e forse si tratta dell’“acquisto” più importante per il Barcellona: è Martino la persona in grado di portare qualcosa di nuovo nel Barcellona, e se non al livello di gioco, quantomeno al livello di stimoli.
E Neymar ‘ndo lo metti? Non è quello, l’acquisto più importante? Neymar è un calciatore molto forte, ma in nessuna squadra più che nel Barcellona è stato ampiamente dimostrato che i migliori giocatori del mondo richiedono una perfetta integrazione prima di poter essere definiti decisivi. Ibrahimovic ne è l’esempio più noto: un giocatore che nei campionati di mezza Europa di prima e di poi è riuscito a fare la differenza, al Barcellona non portò praticamente niente, fino a diventare – nello scambio con Eto’o all’Inter, prima, e con la cessione al Milan, poi – una delle minusvalenze più clamorose della storia recente del Barcellona. Peraltro, se anche Neymar dovesse rivelarsi il giocatore formidabile che sembra essere, non è in quella parte del campo che il Barcellona ha evidenziato i limiti maggiori: serviva un difensore centrale tosto, e non è arrivato, nonostante l’assalto a Thiago Silva e a Marquinhos. E quindi amen: per l’ennesima stagione si ripartirà da Piqué e Puyol lì in mezzo. A centrocampo c’era Thiago Alcántara, sul quale si poteva pure investire e cercare di costruire qualcosa per il futuro, ma se l’è preso il Bayern Monaco. Tra i forti c’era Isco prelevabile dal Malaga, ma se l’è preso il Real. Toccherà a Neymar e a Messi, e alla loro intesa, far dimenticare eventuali problemi in difesa.
Il Real Madrid si è mosso meglio sul mercato, nel senso che ha coperto un po’ meglio le aree critiche del suo gioco: dal Bayer Leverkusen è rientrato un giovane classe ’92, Dani Carvajal, che dovrebbe giocare in difesa a destre; poi dalla Real Sociedad – vera squadra rivelazione della scorsa stagione – è arrivato uno dei migliori giovani centrocampisti spagnoli, Asier Illarramendi, che dovrebbe rappresentare un’alternativa a Xabi Alonso per il futuro. E poi, come detto, è arrivato Isco, che avrà comunque una gran concorrenza lì in mezzo, considerando anche la presenza di Modrić (ottimo alla fine della scorsa stagione) e Khedira. Sempre che non arrivi pure Bale dal Tottenham, e non è detto che alla fine non si farà: in questi giorni si parlava di un’offerta da 117 milioni.
Ma la grande carta del Real è Carletto Ancelotti, uno che il suo lavoro lo sa fare e che potrebbe rimettere ordine a una squadra che l’anno scorso ne ha presi un po’ troppi, anche a causa del calo di concentrazione e dei contrasti con Mourinho. Ancelotti potrebbe inoltre ritrovarsi col Cristiano Ronaldo più carico di sempre. In che senso? Nel senso che con lui Ronaldo giocherà quasi certamente più avanti, in uno schema che lo vedrà meno impegnato in copertura di quanto non lo fosse con Mourinho. Un terzo dei gol del Real l’anno scorso sono arrivati da Ronaldo: è legittimo aspettarsi che quest’anno sarà sua anche la quota di gol di Higuaín, passato al Napoli. Gli attaccanti puri rimarranno Benzema e il giovane Álvaro Morata. La quota per Ronaldo capocannoniere della Liga è a 2.50, quella di Messi è a 1.64, su Paddypower.
La Liga 2, ovvero la corsa per l’Europa
La terza forza della Liga – ma molto terza – probabilmente sarà di nuovo l’Atletico Madrid, che ha perso Falcao, passato al Monaco, ma ci ha guadagnato David Villa dal Barcellona e Léo Baptistão dal Rayo Vallecano (l’altra bella sorpresa della scorsa stagione, insieme alla Real Sociedad). Considerando che la difesa era già il punto di forza dell’Atletico (solo 31 reti subite, miglior difesa della Liga), non si vedono squadre che possano contenderle il terzo posto, ma è altrettanto difficile che l’Atletico riesca a inserirsi nella lotta per il primo posto, come pure per poco era sembrato nel girone di andata della passata stagione (poi negli incontri diretti persero tanti punti per strada).
La squadra che potrebbe riprendersi il ruolo di quarta della Liga potrebbe essere il Valencia: sul mercato ha fatto poco e male, è vero, ma è arrivato un allenatore di grande esperienza come Miroslav Đukić, ex allenatore della nazionale serba Under-21 agli Europei del 2007 (finale persa contro l’Olanda), che nel frattempo allenava anche il Partizan Beglrado. Lavora in Spagna da tre anni. È stato Đukić, nel 2012, il principale artefice del ritorno in Primera División del Valladolid, che ha allenato dal 2011 all’anno scorso. A Valencia non sarà facile: Roberto Soldado è passato al Tottenham, e in pratica l’unico giocatore noto rimasto è Banega. Intanto sono arrivati due trentenni che non sono proprio l’ideale per ricostruire la squadra, ma che daranno comunque il loro apporto quantomeno in questa stagione: Javi Fuego dal Rayo e Hélder Postiga dal Saragozza. E ci sarà pure Oriol Romeu, centrocampista in prestito dal Chelsea.
La Real Sociedad è un grande punto interrogativo, perché viene da una magnifica stagione ma in estate ha perso le due cose migliori della scorsa magnifica stagione, appunto: l’allenatore – Montanier, passato al Rennes – e Illarramendi, il miglior centrocampista. Il nuovo allenatore è Jagoba Arrasate, che lavora della Real Sociedad da anni (nelle giovanili prima e come assistente di Montanier, poi): non è detto che non riesca a mettere insieme un buon gioco, sfruttando l’esperienza recente. Ma il compito più difficile sarà quello dei centrocampisti chiamati a non far rimpiangere Illarramendi: il giovane Rubén Pardo e Esteban Granero, detto El Pirata, ex Real Madrid, arrivato in prestito dal Queens Park Rangers (ottimi piedi e ottimi inserimenti). Però sarà difficile che la Real Sociedad si confermi ai livelli dell’anno scorso.
Per un posto in Europa, un’altra squadra di cui tutti stanno parlando – perché si è mossa bene sul mercato – è il Siviglia, una squadra piena di calciatori di livello internazionale. Sono partiti i due migliori giocatori della scorsa stagione – Jesús Navas e Álvaro Negredo, destinazione Manchester City – ma la società ha incassato parecchi soldi e li ha subito reinvestiti in acquisti importanti: da Club Bruges è arrivato l’attaccante colombiano Carlos Bacca, uno dei migliori giocatori dello scorso campionato belga, e poi è arrivato l’attaccante Kevin Gameiro dal PSG, nazionale francese, ottimo acquisto. E a centrocampo ci sarà ancora più spazio per Kondogbia, il gigante francese che si è messo in mostra agli ultimi Europei Under-20 in Turchia. L’allenatore sarà ancora Unai Emery, che era arrivato a gennaio, e la continuità – in questi casi in cui si cambia già parecchio nella rosa – non fa mai male.
Infine, nella stessa città, attenzione anche al Betis Siviglia, che ha preso a parametro zero dall’Espanyol l’ottima ala sinistra Joan Verdú (24 gol in 4 stagioni all’Espanyol).
A questa prima partita della stagione la Real Sociedad ci arriva non solo con tutte le incognite generali di cui sopra, ma pure con mezza squadra fuori per infortunio, tra cui Agirretxe, il migliore fromboliere della scorsa stagione con 14 gol. E mercoledì c’è pure la trasferta a Lione per l’andata dei preliminari di Champions League. Esteban Granero almeno ci sarà, e probabilmente avrà voglia di ben figurare da subito davanti al suo nuovo pubblico di casa. C’è Griezmann, che è un’ala fortissima di cui parlammo a lungo l’anno scorso, e che ci piace. Il Getafe son due anni che arriva a un soffio dall’Europa ma forse quest’anno è la volta che non ci arriva manco neppure vicino: se ne sono andati i migliori giocatori (Paco Alcacer, Xavi Torres, Federico Fernandez e Miguel Torres).
Probabili formazioni
Real Sociedad: Bravo, Bella, Martinez, Cadamuro, Martinez, Elustondo, Granero, Griezmann, Prieto, Vela, Castro.
Getafe: Moyà, Valera, Lopo, Alexis, Lago, Mosquera, Borja, Leòn, Castro, Mìchel, Alvaro.
Il Valladolid ripartirà senza Đukić – al suo posto è arrivato Juan Ignacio Martinez – e con parecchie facce nuove. In questa prima parte di campionato, una fase di rodaggio è da mettere in conto. I nuovi che dovrebbero giocare saranno Zakarya Bergdich e Gilberto Garcia, mentre – sempre tra i nuovi – non ci saranno Victor Perez e Daniel Larsson, fuori per infortunio. Davanti ballottaggio tra l’angolano Manucho e Javi Guerra. L’Athletic Bilbao viene da una stagione piuttosto deludente: Ernesto Valverde – che a dicembre dell’anno scorso era stato chiamato a sostituire Mauricio Pellegrino al Valencia – è subentrato al posto di Bielsa. L’assenza di Llorente non dovrebbe farsi sentire più di tanto, dato che l’anno scorso ha giocato comunque molto poco, da “separato in casa”. Dovrebbero giocare i nuovi acquisti Benat Extebarria e Kike Sola, e ci sarà anche Mikel Balenziaga terzino titolare: è tornato all’Athletic Bilbao – la squadra in cui è cresciuto – dopo un lungo prestito di due stagioni proprio al Valladolid.
Probabili formazioni
Valladolid: Jaime, Bergdich, Rueda, Vallente, Garcia, Rublo, Ramos, Sastre, Baraja, Rama, Guerra.
Athletic Bilbao: Iraizoz, Iraola, Ekiza, Laporte, Balenziaga, Benat, Susaeta, Marcos, Ander, Muniain, Sola.
Il Valencia, come detto, ha perso giocatori importanti (Soldado) e ne ha presi alcuni che non sono proprio giovanissimi (Postiga, Javi Fuego). Però c’è Đukić in panchina – un ottimo allenatore – e da parte dei giocatori si dovrebbero finalmente vedere quelle motivazioni su cui il Valencia punta molto quest’anno, dopo la scorsa stagione deludente. Sulla fascia sinistra, in difesa, sarà probabilmente arretrato Guardado, perché il titolare Jeremy Mathieu sconta una squalifica (e Cissokho ha accettato il prestito al Liverpool, proprio nelle ultime ore). Il Malaga l’anno scorso ha chiuso subito alle spalle del Valencia, ma parecchio staccato. Difficilmente andrà così bene quest’anno: è la squadra che tra tutte ha perso più giocatori importanti nel mercato estivo (Isco, Toulalan, Demichelis, Joaquin). Il nuovo allenatore Bernd Schuster ha sostituito Manuel Pellegrini – che ormai non sta fermo più di mezza stagione sulla stessa panchina – e dovrà arrangiarsi con qualche nuovo acquisto a buon mercato: il difensore Marcos Angeleri, per esempio, è arrivato dall’Estudiantes e sarà già chiamato a un compito improbo: sostituire al centro della difesa il titolare e capitano Weligton Oliveira, che si è infortunato e ne avrà per due mesi.
Probabili formazioni
Valencia: Alves, Guardado, Costa, Rami, Pereira, Banega, Fuego, Michel, Canales, Postiga, Viera.
Malaga: Caballero, Gámez, Angeleri, Sanchez, Antunes, Fernandez, Portillo, Duda, Eliseu, Juanmi, Cruz.
I commenti sono chiusi.