Siccome l’Atletico Madrid è fortissimo, Falcao pure, e tutti sanno già tutto dell’Atletico, parliamo un po’ del Rayo, ché è una gran bella storia. Il Rayo Vallecano – la terza squadra più importante della città di Madrid, dopo Real e Atletico – è la squadra più povera della Liga, ha uno stadio molto piccolo, ogni anno vende i migliori giocatori per fare cassa, e butta nella mischia giovani sconosciuti (o prende in prestito per due soldi qualche vecchia gloria in aria di ritiro). Anche la stagione 2012-2013 era iniziata malissimo e sembrava destinata a peggiorare. Poi qualcosa è cambiato.
In spagnolo “rayo” significa fulmine (“vallecano” dal nome del quartiere, Vallecas, a sud-est del centro di Madrid). Allo stadio del Rayo – il Campo de Fútbol de Vallecas – ci si arriva in metropolitana, scendendo alla fermata Portazgo della linea 1: è uno stadio abbastanza piccolo, da 15.000 posti, e anche riempiendolo tutto la società non ricava grandi profitti dalla vendita dei biglietti. All’inizio di questa stagione, peraltro, il Rayo si è spesso ritrovato a giocare di lunedì sera, cosa che rendeva ancora più difficile la partecipazione in massa del pubblico di casa. E ci mancava soltanto questo, visto che c’erano già abbastanza problemi. In estate il Rayo ha detto ciao ai due giocatori migliori della rosa, due attaccanti: Michu è stato ceduto alla Swansea City, Diego Costa è ritornato all’Atletico Madrid dopo il prestito di una stagione. In più il capitano storico della squadra, Míchel, si è ritirato e il tecnico José Ramón Sandoval è stato sostituito. Malgrado le cessioni e il taglio delle spese per gli ingaggi, la società ha chiuso il bilancio comunque in negativo, e all’inizio di questo campionato non c’erano manco soldi per pagare gli stipendi ai calciatori. E siccome il calcio è fatto anche da queste cose e non soltanto dalle traiettorie imprevedibili di un pallone, nelle prime dieci giornate sono arrivate sei sconfitte.
Poi a novembre è successo qualcosa e il Rayo ha trovato una continuità sorprendente, di settimana in settimana. Il ventenne attaccante brasiliano Leo Baptistao (6 gol finora, il primo proprio al suo debutto assoluto nella Liga) è passato quest’estate in prima squadra dal Rayo Vallecano B, la squadra delle riserve del Rayo, e si è dimostrato un discreto investimento. Infatti è già noto che sarà ceduto a giugno, all’Atletico, sempre per fare cassa. L’allenatore del Rayo, Paco Jémez, ha messo alle spalle di Leo una vecchia volpe di nome Francisco Medina Luna detto Piti, 32enne catalano, quattro gol nell’ultimo mese: è un buon centrocampista offensivo che ha giocato a livello amatoriale fino a 24 anni prima di approdare nel calcio professionistico nel 2004.
Di sicuro nessuno avrebbe immaginato che il Rayo si sarebbe ritrovato oggi in settima posizione nel campionato, a cinque punti dal quarto posto (occupato dal Malaga, che ieri ha vinto). Conquistare un posto per l’Europa League del prossimo anno sarebbe già un importante traguardo, per una squadra il cui miglior piazzamento di sempre risale alla stagione 1999-2000 quando chiuse al nono posto. Parliamoci chiaro: del trenino di squadre in lotta in quella parte di classifica (ben sei) forse il Rayo è la meno attrezzata. Peraltro dovrà probabilmente rinunciare a fare molti punti nei prossimi due impegni di campionato, ossia i due derby consecutivi: stasera ospiterà l’Atletico Madrid, la settimana prossima andrà al Bernabeu per affrontare il Real.
Eppure, malgrado il valore tecnico notevolmente diverso tra le due formazioni in campo, l’Atletico farà bene a non sottovalutare questo impegno. Oltre che essere in un eccellente stato di forma nel collettivo, i giocatori del Rayo ce la metteranno tutta per far bene anche individualmente, cercando di mettersi in bella mostra proprio sotto gli occhi degli osservatori dell’Atletico, la squadra che più saccheggia l’organico del Rayo a fine stagione, puntualmente. Per molti giovani del Rayo è una rampa verso il calcio di livello internazionale.
Malgrado i buoni rapporti tra le due società, la rivalità tra le due tifoserie ha spinto le forze dell’ordine a dichiarare questa partita “ad alto rischio”. A parte l’ex Diego Costa, squalificato, l’allenatore dell’Atletico Diego Simeone ha a disposizione tutta la rosa. Nel Rayo mancherà soltanto il terzino destro Tito, che fin qui le aveva giocate tutte. Se si parte soltanto dal valore tecnico delle due squadre, non c’è storia: l’Atletico schianta il Rayo quando vuole dove vuole, e gliene fa anche cinque. Ma come tutti i derby, questo è esattamente il genere di incontro in cui i noti valori-in-campo possono andare a farsi benedire e poi ti ritrovi a vedere tutta un’altra partita. E a dirla tutta, l’Atletico in casa è imbattibile ma in trasferta non sta andando poi così bene: l’ultima volta hanno perso di brutto a Bilbao (3-0) e nelle ultime dieci partite fuori casa hanno vinto una volta sola, lo scorso novembre.
A volersi sbilanciare, più che sul vincitore della partita ci sarebbe più da scommettere sul fatto che probabilmente segneranno entrambe le squadre. Nel gergo delle scommesse di chiama “gol”: su Betclic è quotato 1.65, su Paddypower 1.66. In undici occasioni nelle ultime tredici partite l’Atletico ha segnato almeno un gol; e il Rayo pure, in sei delle ultime sette partite.
Probabili formazioni:
RAYO VALLECANO: Martinez, Casado, Amat, Galvez, Figueras, Fuego, Trashorras, Piti, Dominguez, Lass, Leo.
ATLETICO MADRID: Courtois, Juanfran, Miranda, Godin, Luis, Gabi, Tiago, Koke, Adrian, Turan, Falcao.
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