Gli anni di grazia del calcio ceco sono ormai un lontano ricordo. Nedved, Poborsky, il gigante Koller e tutta la squadra che sorprese l’Europa nel 1996, perdendo solo in finale dalla Germania, e finendo il suo ciclo con le semifinali del 2004, rappresentano un nobile passato. Il futuro, quello al momento sembra più complicato.
Complicato, perché fatta eccezione per la colonna Cech, grande protagonista col Chelsea nella finale di Champions League, e Rosicky, finalmente lasciato in pace, pare, dagli infortuni, ma non più il giovane rampante dei tempi di Dortmund, il livello medio della nazionale ceca è piuttosto basso. La qualificazione va già vista come un passo in avanti dopo la mancata qualificazione ai mondiali di due anni fa che ha rappresentato la definitiva chiusura di un ciclo. Il ct Michael Bilek, tra i più giovani dell’Europeo, ha conquistato il pass per Polonia e Ucraina solamente con una vittoria all’ultima giornata, servita per acciuffare il secondo posto e, quindi, la possibilità di giocarsi lo spareggio contro il Montenegro, dove poi ha trionfato con una doppia vittoria, sfruttando la maggiore esperienza in simili appuntamenti. Oltre alle due stelle sopra citate, un altro volto noto di questa squadra è l’attaccante Milan Baros. Ancora lui? Sì, il giocatore che ricorderete capocannoniere nell’edizione del 2004 con cinque reti, difficile a credersi, ha ancora 30 anni e quindi non ha ancora un’eta pensionabile. Dopo le esperienze non indimenticabili con Liverpool e Lione si è ricostruito una vita calcistica in Turchia, al Galatasaray, ma anche la sequenza dei gol segnati di anno in anno in campionato (20, 11, 9 e 8 in questa stagione) sottolineano la parabola discendente del calciatore, nemmeno sicuro del posto da titolare. Attorno a questo trio ci sono gregari come il centrocampista del Bordeaux Plasil ed alcuni giovani recentemente protagonisti con l’under 21, come Tomas Necid, attaccante del Cska Mosca, e Pekhart del Norimberga: entrambi classe 1989. Sembrano però ancora troppo acerbi per affermarsi a questi livelli. La difesa, portiere a parte, come del resto ha dimostrato anche le qualificazioni (8 gol subiti in 8 gare in un girone dove solo la Spagna era temibile), potrebbe essere il principale punto debole. Kadlec, Hubnik, Sivok e Pospech sono nomi sconosciuti ai più.
I RISULTATI STAGIONALI
La doppia vittoria sul Montenegro negli spareggi ha cancellato un girone di qualificazione non entusiasmante. Spagna a parte, le avversarie, Scozia, Lituania e Liechtenstein non erano certo insormontabili. Nelle amichevoli, da agosto 2011 in poi, ci sono stati dei passi avanti con due vittorie su Ucraina e Israele, un pareggio in trasferta con l’Irlanda e, unica macchia, la sconfitta contro la Norvegia per 3-0. La sconfitta con l’Ungheria, però, ha segnato un passo indietro preoccupante in vista dell’inizio dell’Europeo.
LA STELLA
Se la Repubblica Ceca passerà il girone eliminatorio, allora vorrà dire che Cech avrà fatto i miracoli. Sembra davvero il portiere l’unico appiglio di una squadra meno forte che in passato. Ormai per tutti quanti è il portiere col caschetto, ma questa protezione il fenomeno para-rigori decisivo nell’ultima finale di Champions non la porta certo per vezzo, ma per un’entrata pericolosa, anzi di più, di Stephen Hunt, allora al Reading. Era l’ottobre del 2006, partita di Premier League, l’infortunio di quelli che fanno temere per la carriera. E invece Cech è tornato, alla lunga più forte di prima. Un po’ arrugginito e forse impaurito nel primo anno al rientro dall’infortunio, il suo rendimento è poi tornato a crescere di stagione in stagione fino alla ciliegina sulla torta rappresentata dalla vittoria della Champions.
IL JOLLY
Ricordate Jan Koller, il gigante alto 202 centimetri che fece la fortuna della Repubblica Ceca con i suoi colpi di testa? In patria l’erede designato è Tomas Necid, alto “soltanto” 190 centimetri, ma altrettanto abile nel gioco aereo, e sicuramente più bravo coi piedi dell’illustre predecessore. Ancora però il talento di questo giovanotto classe 1989 è allo stato grezzo, ed è per questo che il ct Bilek raramente gli ha dato una maglia da titolare. Vista la stazza considerevole, ha esordito molto giovane nel campionato ceco. Subito in campo con lo Slavia Praga ad appena 17 anni. Poi va in prestito allo Jablonec dove cresce e inizia a segnare con regolarità tanto da convincere il prestigioso Cska Mosca a spendere quasi 5 milioni di euro per portarlo in Russa. Nel club moscovita ha parecchia concorrenza, due stagioni fa ha brillato particolarmente in Europa League segnando sei reti, due delle quali al Palermo, ma in Champions quest’anno non è stato quasi mai preso in considerazione. Ma l’Europeo è torneo a sè, chissà che questo talanto grezzo non riesca a brillare proprio in questa occasione.
LA ROSA DEI CONVOCATI
Portieri:
1 P.Cech (Chelsea) 16 J.Laštuvka (Dnipropetrovsk) 23 J.Drobny (Amburgo)
Difensori:
2 T. Gebre Selassie (Liberec) 3 M.Kadlec (Leverkusen) 4 M.Suchy (Spartak Mosca) 5 R.Hubnik (Hertha)
6 T.Sivok (Besiktas) 8 D.Limberský (Viktoria)
Centrocampisti:
10 T.Rosicky (Arsenal) 11 M.Petržela (Viktoria) 12 F.Rajtoral (Viktoria) 13 J.Plasil (Bordeaux) 14 V.Pilar (Viktoria) 17 T.Hübschman (Shakhtar) 18 D. Kolar (Viktoria) 19 P.Jiracek (Wolfsburg) 22 V.Darida (Viktoria)
Attaccanti:
7 T.Necid (Cska Mosca) 9 J.Rezek (Anorthosis) 15 M.Baros (Galatasaray) 20 T.Pekhart (Norimberga) 21 D.Lafata (Jablonec)
La formazione tipo
REPUBBLICA CECA (4-5-1): Cech, Selassie, Sivok, Kadlec, Pudil, Plasil, Jiracek, Rosicky, Pilar, Petrzela, Necid (Pekhart).
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